Le soste per la Nazionale sono diapositive già viste, momenti temibili come quelle serate organizzate per vedere i filmini di un matrimonio, e così è ancora Cesare Prandelli, con tutto quello che ne consegue, in più questa volta c’è il timore infortuni sullo sfondo della sfida con la Juve. E poi Montolivo anche lui un classico della sosta, come la “Rustichella” per una sosta all'Autogrill, niente di più anonimo che sosta in mezzo al campo, quanto però capace d’infastidire con la sua sola presenza, lui che anche se a spizzichi e bocconi questa volta sembra finalmente convinto a darci qualche spiegazione, lui sempre meno convinto delle sue verità, come lo era Icaro di essere un uccello, invece entrambi alla fine sono solo dei pirla. Intanto ha cominciato col parlare della sua storia d’amore che è già qualcosa, forse il disgelo, ha voluto fare pubblicamente i complimenti alla sua ragazza sostenendo che a letto è bravissima, e per dare più credibilità ad affermazioni che soffrono sempre un po’ di quelle perplessità tipiche legate alla soggettività, ha aggiunto “E non sono il solo a dirlo”. Ha concluso l’argomento raccontando la prima volta che hanno fatto l’amore, un argomento quello del sesso nel calcio che ha deciso di sdoganare, in un mondo che avverte come troppo maschilista, Riccardo ha dichiarato di sperare che alla fine la sua intervista possa incoraggiare anche altri a parlarne liberamente senza temere cori di discriminazione territoriale, e ha raccontato che dopo aver fatto l’amore ha chiesto se per lei fosse stata la prima volta, lei non lo ha escluso perché la sua faccia non gli era sembrata nuova. Prandelli invece più interessato al sociale e al bianco e nero che è il colore sociale preferito, ha rivolto un pensiero alle donne per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema del femminicidio, poi forse confondendosi, ha ripercorso i fatti di cronaca più eclatanti degli ultimi mesi partendo dalla prima femminista al mondo a bruciare il reggipetto, ricordando così la figura di Giovanna d’Arco. Devo dire che dopo certe dichiarazioni così cariche di significati, la mia vita mi sembra ancora più scialba, se penso che del giornale leggo solo i necrologi e i cinema, se è morto qualcuno che conosco vado al funerale, se no vado al cinema, se con il giornale invece ho dovuto scriverci qualche lettera anonima allora guardo la Nazionale. Ma cosa te ne frega di Montolivo, si è vero, avete ragione, del resto non è nessuno e sono sicuro che prima o poi si ucciderà con una pistola caricata a salve. Una divagazione gastronomica ci sta bene invece per dare un po’ di spazio a chi per esempio è vegano, a chi ci si è avvicinato ultimamente, o semplicemente a chi è vegetariano da sempre, perché non sono tanto convinto che dietro a queste discipline alimentari ci sia un amore verso gli animali, no, penso piuttosto che ci sia un odio verso le piante. Questo non vuol dire che non condirei la vittoria sulla Juve con il miso. Confesso che non sono uno che legge molto, delle riviste porno per esempio guardo solo le figure, e poi un consiglio alle donne che leggono il blog, se vogliono che il partner le ascolti con la massima attenzione, è meglio parlare nel sonno. Ma una cosa l’ho letta, e allora suggerisco al mondo del calcio di lasciare stare stronzate come quella della discriminazione territoriale, per ricordare, domani, che sono passati 50 anni da una delle più grandi stronzate che ha commesso l'uomo. La tragedia del Vajont.