Rivivo ancora il film della Partita, una grande sceneggiatura, grandi gli attori, il finale avvincente, la fotografia della coreografia, le musiche di Narciso Parigi. Un capolavoro che lascia traccia indelebile nella storia degli Oscar Viola. Faccio fatica ad uscire da quella proiezione, ma oggi è ancora sabato, la nuova partita è solo domani, possiamo parlarne ancora, riviverla, perché da quella partita abbiamo imparato tante cose, come a proposito di film ci ha insegnato proprio la storia del cinema. Intanto che le partite finiscono solo al novantesimo, così come è vero che nei film solo gli sfigati vano in giro con la Panda. Non ci ricordavamo un’emozione così come del resto i genitori che si chiamano ancora “amore”, “tesoro”, “caro”, “cara” anche dopo trent’anni di matrimonio probabilmente perché non si ricordano il nome del coniuge. La goduria infinita della successione degli eventi è pari solo al fatto che nei film non esiste alito cattivo o cispa negli occhi la mattina alle sette quando è sempre tempo di effusioni. Alla donne dei film non crescono mai i peli, alle attrazioni fatali segue un’arrapamento irrefrenabile che li porta dentro al primo hotel ma lei non ha mai le mestruazioni. Cosa vuol dire la volontà, le motivazioni, cosa vuol dire un gol che sposta gli equilibri, come ad un attore basta volerlo e riuscirà a scansare persino i proiettili. Buffon non lo voleva. Pepito non si fa ne in quà e ne in là dopo una tripletta feroce che sfregia la Juve, con quella faccia pulita che è in contraddizione piena, mi ricorda tutte le donne dei film che avranno sempre paura dei pipistrelli, poi però osserveranno le morti più truculente senza sobbalzare minimamente. Il calcio espresso in quella partita è il vero punto in comune, in qualsiasi stato andremo riusciremo a comprendere benissimo da una parte cos’è successo e dall’altra tutti i linguaggi, compresi quelli degli Extraterrestri. E’ bello quando una partita così finisce senza strappi o lussazioni, quello che succede gettandosi in caduta libera in una tromba di un ascensore di un palazzo di 80 piani, gli attori riusciranno sempre ad aggrapparsi con solo l'uso di metà falangi ad una piccola sporgenza metallica e tagliente senza subire appunto né tagli né strappi né lussazioni. La sequenza dei gol è stata assurda come lo sono le fiche che svolgono i lavori più sporchi o più strani e inverosimilli. Siamo usciti dallo stadio belli come il sole, insomma, come appena alzati dal letto saranno sempre perfettamente pettinati e a volta anche truccati. Non c’è quasi più tempo di ricordare quelle emozioni, mentre le mamme abitualmente preparano uova e bacon per i loro familiari ogni mattina, anche se né il marito né i figli hanno mai il tempo per mangiarli. La luce di questa partita è come quella delle cucine che non hanno interruttori e così non si può spegnere. Al suo posto, quando si entra in una cucina di notte, si dovrebbe aprire il frigo ed usarne la luce interna. Sempre pronta ad accendersi come il meraviglioso ricordo di Fiorentina-Juve 2013. Per parlare con Gomez sarà facilissimo come nel caso volessimo farci passare per ufficiali tedeschi, non sarà necessario parlare la sua lingua. Basterà sfoggiare un accento tedesco. Conte è uno stronzo come tutti gli agenti dell’FBI. Se in uno stadio vediamo uno stronzo quello è Conte, se in un film vediamo un uomo vestito di scuro è sicuramente dell’FBI. Il ricordo della partita è indelebile, il campanile di Giotto è visibile da qualsiasi finestra di Firenze. Questi nostri ricordi non moriranno mai mentre i poliziotti onesti e seriamente dediti al loro lavoro vengono di norma uccisi tre giorni prima di andare in pensione.