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giovedì 18 dicembre 2014

Social food

Mentre già impazza il mercato di gennaio, preferisco viaggiare tra quelli più belli, che non sono di riparazione e non offrono quindi neanche paperi, ma spezie, cioccolata, pane appena sfornato, Tè, delizie per ogni palato, frutta di stagione, alta pasticceria, hamburger e polli arrosto, formaggi e vini pregiati...insomma niente da buttar giù per rifarsi il palato da esperienze rimaste di traverso. E questa volta non c’entra niente Pedullà o Criscitiello, niente deludenti classifiche da risalire. Un giro nei mercati per di più coperti, visto che tra i più bei mercati coperti d’Europa c’è anche quello di Firenze, dove si possono fare acquisti senza per forza passare da Ramadani, e neanche fare visite mediche da Fanfani. Dal bellissimo mercato di Budapest, recentemente ristrutturato per riportare in vita i suoi 10.000 metri quadrati e l’incredibile soffitto di vetro e ferro battuto, fino a Rotterdam, un arco altissimo e colorato che ricorda il lancione di Dainelli, che lascia vedere il cielo mentre ospita più di 200 appartamenti affacciati sulla piazza. Oppure la Boqueria di Barcellona e il mercato di Stoccolma, la multiculturalità di quello sulle rive del Tamigi fino al bazar delle spezie di Istambul dove si possono abbandonare le grigie atmosfere del nord per buttarsi nella città più colorata e profumata del Mediterraneo. Anche se a Prandelli le spezie davano fastidio all’etica. Il mercato coperto di Helsinki è un altro splendido edificio in mattoni e vetro, mentre se torniamo al sud e di nuovo in Spagna, a Madrid di fronte a Plaza Mayor c’è il centralissimo San Miguel realizzato interamente in ferro. E poi Berlino dove chiamarlo mercato sarebbe riduttivo. I berlinesi dimostrano ancora una volta il loro grande amore per le atmosfere un po’ retro e molto bohemien, in questo grandissimo e splendido edificio situato nel quartiere di Moabit, a nord-ovest del centro. Oltre ai numerosi banchi che vendono prodotti freschi e piatti pronti (tradizionali e non), qui si trovano bellissimi angoli dove gustare il pranzo o un paio di bicchieri di vino la sera, seduti su poltrone vintage e circondati da tavoloni di legno, piante, lampadari di cristallo e, magari qualche concertino improvvisato, senza il rischio di incrociare centravanti che si toccano continuamente il ciuffo e s’impappinano davanti al portiere. Per arrivare al nostro che non è lo squallido Ata Hotel di Milano, ma una struttura costruita quando Firenze era capitale d’Italia e non c’era ancora il fair play finanziario, e neanche mafia capitale, alla fine del XIX secolo, il Mercato Centrale è il nostro fiore all’occhiello nel panorama internazionale dei mercati coperti. Il primo piano è il cuore pulsante della struttura, anche perché fa rivivere quello che in passato era il famoso mercato di San Lorenzo. Qui è possibile trovare la tradizione fatta di prodotti unici al mondo: pasta fresca, fritture, formaggi, pane, vini e molto altro ancora.. Il tutto nella splendida cornice progettata dall’estro dell’architetto Mengoni (quello della Galleria Vittorio Emanuele a Milano) che niente ha da invidiare alle idee di Mino Raiola o a quelle di Pradè e Macia. Insomma specialità gastronomiche freschissime e uniche, scuole di cucina ospitate in questi social food. Tra specialità tipiche, frutta, verdure fresche, carne, pesce, dolci. Vere isole felici al riparo dai Direttori Sportivi e dai giornalisti. E poi c’è lui, che non è da recuperare come Marin, anche se ha lo stesso numero di maglia, perché il lampredotto non delude mai.