La domenica è la giornata più classica per parlare del pranzo, anche di quelli meno digeribili dalla suocera, o di quelli indigesti di un lunch match andato male. In un blog di sconclusionate scalette dove anche il cibo è uno dei non argomenti. E in un periodo di festività dove lo spreco la fa da padrone. Anche più della moglie. Visto che di bischerate ne dico tutto l’anno, e il mio pronostico di oggi è un 2 secco che non lascia spazio a trattative, prendo fiato per un giorno, ma anche spunto da una mostra fotografica per invitarvi alla riflessione invece che a pranzo. Semplicemente foto che sono silenziose compagne di questo spazio. Un’altra passione. Di quelle che almeno per un attimo hanno il pregio di far pensare a certe evidenti disparità. Il problema della fame è ancora presente in tutto il mondo, come lo è sempre stato, affamare i popoli è stato anche un mezzo usato dai dittatori. La foto per pensare in tempi di grande distribuzione. Il cibo sulla tovaglia rappresenta il pasto dei privilegiati mentre sul tavolo nudo c’è la dieta dei poveri. Quelli che per via dei bacini d'utenza non vincono mai niente. Cominciando dall’altica Roma dove a mangiare bene tipo Spalletti erano circa il 2% della popolazione. Il resto mangiava più che altro miglio, un cereale che i ricchi snobbavano ritenendolo adatto solo per il bestiame, o comunque per i laziali. Mentre la Francia di Platini alla fine del 18° secolo era sull’orlo del fallimento, e i cittadini pagavano a caro prezzo anche solo un pezzo di pane, Luigi XVI e Maria Antonietta si crogiolavano tra lussi decadenti. La regina iniziava la sua giornata con una tazza di cioccolata calda con panna montata e fiori d’arancio. Lasciando a Ribery solo le cicatrici di un brutto incidente d’auto. Per arrivare all’America dei giorni d’oggi dove il 20% fa fatica a permettersi il cibo dell’anno prima. Dove Sacchi ci ha perso un Mondiale e dove in troppi dichiarano di mangiare il cibo oltre la data di scadenza. Oppure in Corea del Nord dove più di un quarto dei bambini sono rachitici a causa della malnutrizione cronica. 2,8 milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare regolare. Infine la Siria dove vengono forniti pacchetti di riso e pasta a oltre 4 milioni di persone che sono alla disperata ricerca di aiuto alimentare. La carenza dei finanziamenti e i conflitti armati ostacolano gli sforzi del Programma Alimentare Mondiale delle Nazione Unite. Anche per questo sono qui a sperare che Montella mangi il panettone.