Dicembre inoltrato ormai, come la letterina di licenziamento che alcuni hanno fatto arrivare a Babbo Natale. Adesso quel pover’uomo dovrebbe farla trovare a Montella sotto l’albero, come se fosse un operaio della Lucchini qualsiasi. Intanto lui fa lo gnorri e continua a vincere in trasferta, con l’unico vero problema di chi sta così tante ore fuori casa a vincere partite in trasferta, e che non sono le difese troppo chiuse, ma il fatto che è costretto a pisciare un po’ dove capita, si, anche sull’albero della letterina, proprio come se fosse un cane di allenatore. Menomale che domenica c’è l’Empoli in casa, e anche quando giocheremo a Empoli, l’eventuale sconfitta dovrà essere considerata una sconfitta interna, almeno fino a quando Empoli non farà provincia. In seconda ipotesi, ma questa volta molto meno natalizia, se non ci penserà Sarri a fare giustizia, ci potrebbero pensare quelli del l’Isis che sono ancora più tagliatori di teste di Zamparini. Cattolici, induisti, antidellavalliani, musulmani, Musumeci, buddisti, Bud Spencer, pidduisti o semplicemente atei, per quanto possiamo ignorare o addirittura odiare il Natale, alla fine ognuno di noi dovrà piegarsi alla strumentalizzazione commerciale di questa festa, ed accettare il fatto che perlomeno un paio di regali andranno fatti, fosse soltanto per mantenere in vita i rapporti diplomatici essenziali per la sopravvivenza. A Lele, pur essendo uomo, ho pensato di regalare una bambola Voodoo con un sorrisetto idiota e l’accento napoletano, naturalmente corredata di spilloni. Ma a parte i regali come questo che rasserenano chi li riceve più del Prozac, di Ljajic, oppure le Hogan a Zemanviola che esaltano tanto l’orologio bianco, la lista dei regali inutili in queste occasioni abbonda: a partire dal classico soprammobile-fermaporte-prendipolvere che “mi ci voleva davvero” e che per questo Natale vestirà la maglia numero 33, passando per il cappellino di lana con barba da regalare a Foco per le notti di fredda e lucida manutenzione, senza per questo dover rinunciare al look di uomo con barba che svela il carattere dell’uomo che la porta, finendo con l’ormai intramontabile smart box comprensiva di notte in un mezzanino di Borgognissanti e successivo alcol tour in via Palazzuolo dove sono ubriachi anche quelli che non bevono. A questo punto la domanda sorge spontanea, perché non provare con qualcosa da mangiare? Alla fine nello stomaco c’è buio, e perlomeno il cibarsi è un bisogno che accomuna un po’ tutti. Ma i dubbi non finiscono qui, magari.. “La moglie è vegana, quindi niente salame nel cesto!”, “E’ un hipster aristo-rasta, non possiamo regalargli la cesta già pronta con i prodotti delle grandi industrie dolciarie!” Dunque, ecco la soluzione: una cesta interamente composta con prodotti a km 0, provenienti da piccole aziende agricole del territorio. Visto che in San Frediano sono soprattutto 0 proprio le aziende, sarei tentato di regalare al Colonnello, sempre quando si degnerà di venire a salutarci, e sperando che non fraintenda il significato della genuinità dell’unico vero prodotto a km 0 prodotto sul marciapiede di via dell’Orto, la merda biologica del bassotto del Torcini. E visto che sono altruista come Robin Hood, a tutti coloro che vorrebbero fare fuori Montella, consiglio di regalargli un comune panettone, “No, il panettone non va bene, è celiaco!”, ed ecco la genialata d’Oltrarno, fargli credere d’essere celiaco, fategli recapitare risultati di analisi false, scatenategli intolleranze farlocche spruzzandogli il profumo alla cipolla di Certaldo che usa Spalletti, così alla fine non mangerà il panettone.