E’ chiaro adesso perché si spinga per la soluzione Giovinco, dopo Marin sarà il quarto nano da giardino dei Della Valle. Una soluzione a basso profilo, e gli altri tre potrebbero essere Sau e Moralez, mentre Insigne è nel mirino anche perché già infortunato. Poi un altro paio di panchinari come De Luca, Fetfatzidis, tanto nell’arco di un campionato vuoi che non passino quelli stronzi che rapiscono i nani da giardino con la scusa di liberarli? Si perché una volta debellato quel sedanone di Ilicic, la squadra di nani potrebbe mettere in luce tutta una serie di vantaggi tipici della categoria. C’è da tenere presente che questo è un calcio che va sempre più nella direzione della fisicità a scapito della tecnica, sempre più giocatori quindi non sapranno crossare. Il giocatore basso è il primo disincentivo proprio a quella pratica ripugnante che è il cross dal fondo. Finito Pasqual finito amore, insomma. Maradona e Messi sono brevilinei, coordinati, sempre in perfetto equilibrio. Penso anche a Don Lurio, elastico, a Juri Chechi re degli anelli, fino a Joe Pesci, tutta gente che sente molto da vicino le vibrazioni della madre terra. Al cinema, per esempio, quello alto che ti si siede davanti rompe le palle, il tipo basso tranquillizza la platea, viene apprezzato perché non svetta. Anche lo stesso tifoso, più è basso e più ha una favorevole visuale quando chino s’incammina verso lo stadio, perché questo suo rapporto di vicinanza con il terreno gli permette più facilmente di trovare 20 euro sul marciapiede, che poi spenderà in Pocket Coffe per far girare l’economia. Non ci sono da sottovalutare le reazioni che scaturiscono dal rapporto con le fiche già di per se più alte, perché con l’aggiunta del tacco 15, la differenza viene percepita dagli altri come quello che ha i soldi, o più semplicemente come quello che ce l’ha lungo. Topolino del resto è scaltro mentre Pippo è sciocco, Paul Simon, Cocciante e Pupo cantano con il cuore vicino a un buco poco nobile, ma sempre meglio di un cantante alto che è più vicino a problemi seri come il buco dell’ozono. E’ vero che i nostri figli sono già un metro e ottantacinque a 13 anni e mezzo, e questo purtroppo decreterà lo sdoganamento di un calcio più dinoccolato e indolente, esteticamente meno accattivante. L’unico vantaggio è che si andrà verso giocatori che non avranno più bisogno dell’elevazione per colpire di testa, a tutto vantaggio delle articolazioni e delle mamme che si faranno spolverare i lampadari senza pericolosi e improvvisati equilibrismi. Anche i Rembrandt perderanno fascino a favore dei social. Squadre che saranno costrette a fare la foto di gruppo solamente accasciati, noi saremo invece sempre più sballottati tra spritz e americani, rimpiangendo il più schietto Nano ghiacciato. Ai gobbi rimarrà anche il rimpianto di Galderisi. Noi che abbiamo sempre considerato il basket uno sport così lontano, noi che riconosciamo l’ulivo così chiatto ma familiare, e ci urtano gli alberi ad alto fusto, con la sola eccezione tutta toscana del cipresso, con il quale e non a caso abbiamo creato corridoi naturali verso i cimiteri. Noi del resto abbiamo Brunetta e gli americani Schwarzenegger. Noi che non beviamo certi sciacquoni, ma anche il caffè lo preferiamo basso.