Con la Gaia eravamo rimasti un po’ indietro, come quando ti si rompe la lavastoviglie e accumuli i piatti da una parte in attesa che arrivi il tecnico, mentre i piatti finiscono e sei già alla terza confezione di quelli di plastica. Insomma, alla fine arrivi che oggi è già Europa League, e io e lei che facciamo? Privi di melatonina e senso dell’orientamento per combattere i fusi orari che ci sono tra noi, anche se a dire il vero lei ce l’avrebbe anche due belle melatonine, ieri abbiamo pensato bene, non tanto a una pillola del giorno dopo, ma a quella di una partita giocata quando la lavastoviglie funzionava ancora. Ed è veramente bello quando una donna ti dice “ancora, ancora”. Si, molto meglio anche di una lavastoviglie funzionante ancora. Oltretutto e per fortuna, poco o niente è stato aggiunto a quel Fiorentina Juve, una pillola che è servita più che altro a mettere in luce i disagi di un Natale fatto di prodotti cinesi che potrebbero anche fartela saltare la luce. Oggi ci si domanda sgomenti come mai lo stadio rimarrà deserto, facile rispondere, perché la gente per bene, quella cioè che non si lascia travolgere dalle cose da fare, come me e la Gaia, rimane a casa a lavare i piatti. A nessuno del resto piace mangiare in quelli di carta. Poi mi chiedo chi è che fa i conti in casa Fiorentina, sostenere che una vittoria porta nelle casse 200.000 € è vedere solo una parte del problema, perché se ne avessimo vinta una in meno e non fossimo stati già promossi ai sedicesimi, almeno come primi, probabilmente la gente se ne sarebbe fregata dei piatti di carta e sarebbe corsa allo stadio. Io so con certezza che a Firenze la categoria professionale più accanita, quella che non perde una partita nemmeno se il tempo è inclemente o se il risultato non ha nessun valore, stasera sarà presente con una folta rappresentanza. O fitta. Allo stadio ci saranno quindi solo i tecnici della lavastoviglie. E adesso la pillola che non è una 3 in 1, tutto in uno o 10 in uno, di quelle che consentono di risparmiare tempo e soldi, no questa non serve a una sega, l’altra si acquista e almeno non ci si deve più preoccupare del sale e del brillantante. Io e la Gaia non garantiamo neanche efficacia di lavaggio, e asciugatura, e prima ancora della pillola abbiamo concordato la nostra formazione per stasera: Pril, Svelto, Nuncas, Fairy, Finish, Oxo, Dixan, Cristal, Bolt, Calgon, Marin. “Oggi dovrei addobbare l’albero invece di parlare di una partita giocata venerdì scorso. Perché se è vero che la partita con la Juve è archeologia, l’attualità è a rischio. Ogni volta che apro la scatola degli addobbi un brivido freddo mi sale lungo la schiena. Le luci a intermittenza cinesi. Non mi ricordo mai quale delle due è quella che fa saltare la luce a tutto l’isolato. E poi il mio problema con l’albero è che confondo le circostanze. Quando vedo tutte quelle vecchie palle di vetro scampate alla terribile infanzia in San Frediano, io le cose vecchie le butto dalla finestra. Mentre l’ultimo dell’anno tendo a usare gli invitatati per fare il presepe vivente invece del trenino. Un anno solo gliel’ho fatto fare, trombette, cappellini, tutto pronto, ma poi li ho fatti aspettare fino all’una e mezza sostenendo che potevano chiedere il rimborso del biglietto se il ritardo fosse stato superiore ai 30 minuti. Comunque è finita zero a zero la partita con la Juve e non faccio drammi se non abbiamo vinto. Anzi lo dico pensando già alla musica dell’ultimo dell’anno, perché in fondo sono una persona che se fa un passo avanti e due indietro non pensa al disastro di una mancata vittoria, ma a un cha cha cha”. Le due foto mostrano la differenza netta che c’è tra mangiare nei piatti di ceramica e in quelli di carta.