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sabato 6 dicembre 2014

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E’ lo zero a zero che non ti aspetti, lontano dalle aspettative, quasi vicino alla delusione. Tempo da lupi, sciopero dell’autobus e del gol. Squadra che vince non si cambia e allora la prossima si cambia. Non mi è sembrata una Juve irresistibile, dentro a una partita con poche emozioni e tiri rari come gli operai nei cantieri della tramvia. Addirittura senza quasi polemiche, a parte un rigore all’inizio e uno alla fine che si annullano. Si è visto il sacrificio, la determinazione e l’agonismo, la certezza di una striscia positiva che si allunga, e di una difesa puntuale e precisa come le infiltrazioni mafiose a Roma. Mettiamo fiducia nelle gambe e la prua verso Cesena dove riprenderci subito il sapore della vittoria. Rimane solo il rammarico della consapevolezza che scialiamo soprattutto in trasferta. Il Franchi per le feste potrebbe tranquillamente essere adibito ad ospitare e nutrire le renne di Babbo Natale. Comunque direi tignosi, capaci di giocarcela con tutti, anche se un po’ bloccati. Sono mancate solo un po’ le emozioni, ma avevamo un ricordo troppo fuorviante di quel quattro a due, che era stato come cenare con una donna che mangia il grasso del prosciutto e cucina ricette immorali, se è vero che la società trasforma in immorale quasi tutto ciò su cui punta per ottenere la felicità. Quella era stata una cena che
anticipava una notte di sesso, ieri invece lo è stata con una donna che nascondeva i propri pensieri dissimulando sentimenti e propositi. Come se il mangiare non fosse “femminile”, o come se fosse una donna che non meritava di mangiare tanto come un uomo. Quella del quattro a due era una cena con una donna emancipata, che mangiava tanto e senza pregiudizi. E’ stata comunque una Fiorentina affidabile, solida, che ha dimostrato di essere competitiva, e che poi alla fine è anche il sapore più buono che mi rimane in bocca. Per me rimane un’ottima partita, mi è piaciuto Mati, tutta la difesa in blocco tranne i piedi di Neto, ed è evidente che a questa squadra manchi più di tutto Giuseppe Rossi. So anche che è bastato un pareggio sostanzioso contro la prima della classe per rinfocolare certi pruriti antimontelliani, io però andrei per gradi, e prima di pensare a mandare via qualcuno penserei più che altro a trattenere, e mi viene in mente più Napolitano che Montella, cercando cioè di trattenere il Presidente almeno fino alla befana visto che vuole dimettersi, altrimenti il discorso di fine anno chi lo fa? Montella in napolitano? E siccome anche un blog come questo ha bisogno di sostentamenti, ci sentiamo dopo la pubblicità.