Se è vero che nel calcio chi non gioca ha sempre ragione mentre l’allenatore è il bersaglio preferito, Marin non è ancora sufficiente a screditare il lavoro di Montella. Almeno Diladdarno. Visti i risultati di uno e le partite giocate negli ultimi due anni dall’altro, mi viene naturale stare dalla parte dell’allenatore. Così come sulla riva sinistra del fiume. Meno dalla parte di chi gioca come Gomez, invece, lui si fino ad oggi quello che più di tutti ha disatteso le aspettative. Per colpe sue e non, naturalmente, gli infortuni sono stati la causa principale delle sue difficoltà, la classifica di oggi sconta principalmente queste difficoltà, e l’infortunio di Rossi. Ed è indispensabile insieme a Giuseppe per farcela risalire. Se guardiamo al rendimento, anche senza l’attenuante degli infortuni, non solo Gomez ha deluso però, penso a Borja Valero e a Cuadrado, fino ad Ilicic. La squadra più che i limiti del proprio allenatore ha maledettamente sofferto il mancato apporto offensivo degli uomini preposti a farlo, come del resto è mancato l'apporto di quelli che più di tutti avevano contribuito a rendere efficace il gioco di Montella. C’è chi sostiene invece che le aspettative sono state deluse per la mancanza di schemi offensivi, per l’incapacità cioè del tecnico di suggerire la via del gol. E a Firenze si sa che devi saper suggerire, parlare l'inglese più che il napoletano, perché c’è sempre uno straniero che ti chiede dov’è piazza Pitti. A me invece sembra che una volta coscienti delle difficoltà là davanti, ci sia stata la capacità di formare addirittura una cooperativa del gol. Un antidoto alle difficoltà dei bomber, una strategia di scorta. In 22 gare stagionali la Fiorentina è infatti andata in gol 22 volte con 16 giocatori diversi. Strade alternative ce ne sono quindi, anche se molto meno pagate dell’autostrade tedesche. Se c’è uno schema che Montella non è riuscito a trasmettere alla squadra, è quello per evitare a Gomez di inciampare sul pallone. Mancano i gol degli attaccanti e questo è appurato, mancano però anche i rigori, uno solo quest’anno (sbagliato) contro i 6 di quello scorso, e i 7 di quello ancora prima, mancano i gol su punizione e più in generale quelli su calcio da fermo, in un calcio dove statisticamente il gol da fermo supera abbondantemente quello su azione. Negli ultimi 5 turni la Fiorentina è comunque prima come rendimento con 11 punti, insieme a Juve e Roma, almeno curioso che ci sia questa gran voglia di buttare via l’acqua sporca insieme al bambino. Per questi motivi rimango fiducioso. Perché ritengo che Montella abbia dimostrato più pregi che difetti, che Gomez non sia diventato un brocco, che Rossi torni ad essere decisivo, che Cuadrado ritrovi la serenità e Borja Valero il rendimento. E per chi lo criticava perché prima di tutto è importante non prenderle, ricordo che la Fiorentina ha la terza miglior difesa. Comunque non dico di credere a Montella ad occhi chiusi, siccome però ci sono adulti che hanno creduto persino in Matteo Renzi, mi sarei aspettato più fiducia anche verso il napoletano, o almeno nella stessa misura di quanto crediamo in Babbo Natale. Devo ammettere però che non sono in grado di seguire tutte le regole del saper scrivere bene di Montella, perché per farlo in maniera corretta bisogna seguire quella che Beppe Severgnini chiama la regola del PORCO. Un acrononimo che sta ad indicare cosa devi fare quando scrivi di Vincenzo. P pensa O organizza R rigurgita C correggi O ometti. Tutto quello che non è indispensabile scrivendo è dannoso. Ci ho provato in tutti i modi, ma a me non riesce omettere il rendimento della squadra in trasferta. No, non ce la faccio proprio. Mi fa stare troppo bene andare a vincere fuori casa, mi sembra miracoloso, sarà perché sono sempre stato abituato a perdere o a strappare qualche pareggiuccio con i denti. Sarà per questo che rimango dalla parte di Montella. E se proprio devo avere paura di qualcuno penso che a giro ci sono anche i Fratelli Rossetti.