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martedì 1 luglio 2014

Il volto del mondiale

Il Mondiale va avanti imperterrito decretando vincitori e vinti con grande cadenza, della quale almeno i vinti farebbero volentieri senza. Mentre l'asse franco-tedesco ci cura dal mal d'Africa, ogni partita lascia ampi spazi al rimpianto e all’entusiasmo, tutte però hanno già eletto il giocatore più veloce in assoluto, Robben, che in un’intervista subito dopo la vittoria contro il Messico a questo proposito ha ribadito; “bene, ora devo andare che ho la ragazza in macchina con i preliminari già fatti”, e non si riferiva certo alla Champion. Cassano, invece, per difendere il ruolo di giocatore più lento, a proposito del suo famoso passo, sostiene che a differenza di quello doppio di Ronaldo, il suo grazie ad una maestra come Raffaella Carrà, che a Bari vecchia faceva buon brodo, risulta l’unico passo carrabile visto al Mondiale. Cuadrado emerge dall'umidità per la grande facilità con la quale riesce a saltare l’uomo, facilità più in generale che gli consente di liberarsi da qualsiasi marcatura. Juan racconta con disarmante semplicità che dipende tutto dalla grande passione per il ballo che appena può mostra dopo ogni gol della sua squadra. Già da adolescente, racconta il colombiano, si faceva marcare il più strettamente possibile, fino a farsi legare addirittura con le catene per andare poi in discoteca a scatenarsi. Delle partite di ieri conosco solo il risultato, e allora visto che questi sono giorni nei quali ho voluto dare spazio alla natura così rigogliosa che accoglie il Mondiale, voglio cominciare a sottolineare non solo l'importanza del paesaggio, ma rappresentare visivamente anche quanto succede sul campo, una sorta d'istantanea della bocca della verità della manifestazione. E che bocca. E poi largo a chi ha più gambe, meglio se larghe come quelle che meglio identificano la nostra passione per la manifestazione, quella più tipica che rappresenta meglio di qualsiasi altra cosa la vera disponibilità al corpo a corpo, per un ritorno definitivo alla marcatura a uomo. E ho scelto una donna che rappresentasse al meglio tutte queste fasi della manifestazione, conscio che per una donna così darei persino un anno della mia vita, l’82 per l’esattezza quando ho fatto il militare. Un’ultima considerazione la devo fare sul vero volto di questo Mondiale, quindi su quei begli occhi azzurri che lasciano intravedere un cervello pieno d’acqua, e il riferimento al cervello degli azzurri non è puramente casuale.