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lunedì 30 giugno 2014

Lo zoo degli ottavi 2

Una degli aspetti di certi sogni messicani che più salta agli occhi è che sono come le bambole di porcellana, quando cadono vanno in frantumi e lasciano il tifoso come smarrito. E non mi si dica che sono fuori tema con la porcellana perché lo sanno tutti che della porcellana non si butta via niente. A questo proposito il vero motivo del litigio tra Buffon e Cassano è stato che il portiere avrebbe vietato al barese il suo numero preferito, quello del maiale che salta nel cerchio di fuoco sostenendo che il maiale sporca. Il Parma lo difende, e come da tradizione non vuole perdersi il miglior prosciutto della stagione. Il Messico da vera squadra operaia è invece in lutto, non solo perché l'ape operaia che vive nella sua anima, alla fine vive solo sei o sette mesi non raggiungendo mai l'età pensionabile, ma perché i 50.000 accorsi allo stadio si erano presentati pensando che fosse un concorso da ape operaia. Le due partite di ieri hanno detto che le coccinelle si cibano in prevalenza delle briciole dei toast, briciole di sogni che sono quelle rimaste addosso anche ai tifosi della Grecia, mentre Robben scappava via su quella fascia come una faraona lasciata libera, un animale che dopo qualche chilometro, ebbro di felicità, non capisce più niente. Faraona che per carattere ricorda tanto Prandelli, permalosa al punto che con lei non si può parlare perché prende tutto per partito preso. Di contro la faraona, così come Robben che rientra quasi sempre sul sinistro mentre Prandelli rientra a casa, una volta che ha un'idea la difende fino in fondo. Robben ci ha dimostrato che sulla linea di fondo riesce addirittura a guadagnare il rigore decisivo. Cercando di fare tesoro della grande esperienza che hanno le formiche visto che certe volte sono costrette a subappaltare i lavori, così verrà fatto anche con la panchina azzurra che resterà a Prandelli il quale però la subappalterà a Cavasin senza che se ne accorga nessuno. A noi ormai tifosi neutri della penultima ora la cosa che ci rimane da fare è di prendersi una squadra da tifare senza apparente giustificazione, e di conseguenza cominciare a gufare le altre introducendo uno dei temi che alimentano il calcio, e cioè la sincerità del gufo. Perché se anche lo si mette per un periodo in cattività il gufo non cambia mai idea. Il gufo gufa, e basta. A Robben è stato chiesto nel dopopartita se provava un qualche disagio per il fatto di aver perso i capelli, è sembrato sereno, perché secondo lui non è cambiato niente, ed oggi sostiene che i pipistrelli gli si attaccano alle sopracciglia. Il calcio alla fine è anche una metafora della vita, c'è chi vince e chi invece lo prende in tasca come Grecia e Messico, senza neanche sapere che così facendo uccide le tarme che nascono proprio nelle tasche o al limite sulle asole, e si sa bene che la gravidanza di una tarma dura da ottobre fino ai saldi estivi. Intanto una nuova vista sul panettone di Rio all'imbrunire, questa volta più malinconica.