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giovedì 5 giugno 2014

Mezzucci

L’esclusione di Giuseppe Rossi dalla lista dei 23 ha prima generato amarezza e delusione nel giocatore, niente a che vedere con il deludente pareggio contro il Lussemburgo di ieri, e poi ci ha regalato un Prandelli in chiara difficoltà, in continua contraddizione, un uomo alla ricerca di alibi. Niente a che vedere con il selezionatore che rilascia interviste dopo il deludente pareggio di ieri contro il Lussemburgo. Un atteggiamento che mi ricorda molto quello di quando, chierichetto, mi aggiravo nella sagrestia della Chiesa di Serumido. La stessa stola bene o male che ritroviamo indossata oggi da Prandelli anche per celebrare il codice etico della domenica. Prandelli pensa che sia sufficiente solo tenere un atteggiamento garbato, equilibrato, mantenere cioè la forma dentro alla quale annegare interpretazioni di comodo. Lo dico non per giudicarlo, ma al contrario perché in questo tipo di atteggiamento mi ci ritrovo, visto che anche io ho provato ad ottenere il mio personale tornaconto proprio grazie alle tipiche movenze garbate del giovane Curato di campagna. E’ successo con la Mila, anche lei sempre così attenta alla forma, io sempre così attento alle sue, sempre alla ricerca dell’uomo impeccabile, elegante, garbato, gentile, tanto che un giorno durante una tempesta ormonale tipica di fine estate, le chiesi in maniera impeccabile, appunto molto gentile, se me la poteva dare. Fui estremamente gentile nei modi, inappuntabile nella maniera, ma forse troppo diretto, tanto che non si rammaricò con un tweet come Giuseppe, mi schiaffeggiò in maniera molto meno virtuale. Insomma, il Pranda predica bene e razzola male, mi sembra che dietro ad una facciata pulita si nascondino dinamiche non del tutto limpide, la sensazione è quella della ricerca del consenso popolare attraverso il solito dispendio di "Etichetta". E’ un modo di porsi, lo so benissimo, è stato per anni anche un mio preciso marchio di fabbrica, la mia stessa strategia dei comportamenti per cercare di ottenere favori sessuali. Alla Sandra per esempio, “bona” ma notoriamente contraria ai rapporti occasionali, proposi con modi affabili e studiati in maniera maniacale, se era disposta a darmela tutti i martedì sera. Ho usato anche la passione per il campeggio mascherando fini non certo riferiti al vivere una filosofia di libertà all’aria aperta. È successo quando conobbi tre sorelle di Toronto in piazza del Carmine, le invitai in campeggio appunto con la scusa di fargli vedere come montavo una canadese alla volta. E vivemmo così una bella storia di libertà sessuale e campeggio libero sulle sponde del lago di Massaciuccoli. Sono mezzucci lo so, è per questo che li riconosco nelle pieghe di certi atteggiamenti di Cesare. Ricordo la vergogna di quando millantavo di essere un produttore importante in modo da ottenere favori sessuali in cambio di aperture nel mondo dello spettacolo. Fino a quando una ragazza di Nocera Umbra mi denunciò e così mi ritrovai in commissariato per un confronto, lei di Nocera ma non potevamo fare il confronto perché non c'era. Poi arrivò e da una parte fu drammatico, con lei che singhiozzava per la vergogna di raccontare che le avevo chiesto la "passera" in cambio di una partecipazione ad un programma televisivo, lo scandalo fu che non accettava che in studio ci fosse anche Paloscia. E poi con il Commissario che le sfruculiava tra i ricordi per far emergere tutti i particolari più morbosi della vicenda. Ricordo la mortificazione che provai quando alla fine le chiese se per lavorare in televisione era dovuta scendere a compromessi con me o se invece mi ero dovuto alzare io.