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domenica 8 giugno 2014

La fine di un amore (parte seconda)

L’inizio dell’avventura azzurra ai mondiali ha di fatto decretato per molti tifosi Viola la fine della storia d’amore con l’attuale selezionatore, nonché cittadino onorario opportunamente selezionato. E quando finisce un amore si soffre, si soffre sempre. Anche quando sei dall’altra parte, lui ti ama ancora e Diego non lo ama più. E Diego glielo dice, glielo deve dire. In realtà ha fatto di tutto per non dirglielo, ha persino fatto di tutto perché fosse lui a dirtelo tramite Montezemolo, ha fantasticato spesso su quella frase che lo avrebbe sollevato da un peso tremendo se pronunciata spontaneamente da lui: “Sai, non ti amo più”. Ma lui non può dirtelo! Perché lui ti ama ancora! E siccome lo sente, l’ha capito, praticamente lo sa, insiste perché sia tu a dirglielo: “Devi dirmelo, se me lo devi dire, dimmelo!” E Diego alla fine glielo dice. O forse glielo fa dire da Cognigni a Genova perché lui è in Cina per affari. Ma non benissimo: “Vedi, Diego non…non è che non ti ama…più…diciamo che ti ha amato all’inizio…cioè all’inizio anche tu…o meglio, nessuno dei due…voglio dire che lui ti amerebbe se non fosse che…insomma, lui ti ha amato, ma non abbastanza…o forse, ecco… Iui non ti merita!" E Cesare giustamente piange tra le braccia di Bettega, urla, strepita: “Come non mi meriti? Ma ti rendi conto della sproporzionata cazzata che hai detto?”Sì, te ne rendi conto. Ora lui soffre sproporzionatamente.Ma attenzione, anche Diego soffre! Soffre nel vedere quanto lui soffra più di lui, è una sofferenza subdola, carica di sensi di colpa, forse è una sofferenza persino peggiore della sua. Sì, perché lui, che ti ha amato e ti ama ancora, può aggrapparsi a quell’amore, può farsene scudo, quell’amore seppur non più corrisposto è un punto fermo per lui. E invece Diego è allo sbando sullo yacht, è disperato in volo sull'elicottero, è costretto a rifugiarsi nel gioco compulsivo, e preme...preme..preme ripetutamente sul joystick che lui chiama capezzolo per non far capire che ha contratto il vizio del gioco, perché capisce di non averlo mai amato perché troppo falso, troppo prete, o peggio di non esserselo meritato. Insomma si scopre immaturo, o forse insensibile, o forse incapace di amare, forse tutte e tre le cose insieme, un immaturo insensibile incapace di amare, e in più anche interista. Peccato non ci sia una parola per riassumere tutto questo. C’è, c’è. E te lo ricordano da anni gli amici di Cesare, “Ciabattino di merda!"