Dallo stretto di Suez al morso bello stretto di Suarez il passo è stato breve, come per l’Italia non perdere sarebbe stato lo stretto indispensabile, un passo breve, c’è chi dice forse addirittura il contrappasso del calcio, in mancanza del contropiede e del doppio passo. Forse sarebbe stato meglio un calcio nelle palle, sarebbe stato più coerente a proposito di calcio, e Chiellini non avrebbe sentito niente, insomma non ci sarebbe stata tutta questa corsa a cannibalizzare tutto e tutti, si, anche un ragazzo serio come Balotelli, uno che non esulta nemmeno quando fa gol, e che in fondo la gente ama malgrado il successo che gli è capitato, malgrado la Lamborghini, malgrado il nero sia considerato degrado, perché è rimasto il ragazzo di sempre. Sempre nero. La sua modestia è nei gesti che dimostrano come lui si senta il miglior attaccante degli ultimi 100 anni. E lo sente attraverso quelle cuffione. E questo la gente lo avverte al di là delle cuffione. Una menzione particolare va ai giornalisti sportivi italiani che oggi si avventano su Balotelli, ieri lo esaltavano, così come esaltavano la Nazionale dopo il successo contro l’Inghilterra, ed oggi ci si avventano. Pensieri congruenti e con grugniti. Insomma i giornali sportivi italiani fanno analisi, monitorano gli scenari, sono i cani da guardia del sistema calcio, e sono affidabili come Aurelio, il mastino napoletano del Bambi, che ad ogni rumore sospetto sveglia il cane e il cane comincia ad abbaiare.Tanta fuffa, tanto gossip, tanta chincaglieria, paccottiglia che al limite dovrebbe fare solo da contorno al rettangolo verde, del resto è tipico dell’approccio multitasking dei nostri tempi, non c’è più solo la Rai e nemmeno più solo YouTube, i Social alimentano un nuovo modo di interagire, quello che per noi prima dell’avvento della Rete era il mangiare anche con gli occhi, specie se la cameriera era carina. Un calcio mordi e fuggi direbbe Suarez, che non si limita a dirlo e basta, dove c’è però chi rimane vittima dei fast food come Chiellini. Questo Mondiale, a prescindere da chi alzerà la coppa, avrà comunque un solo vincitore, Aldo Biscardi, che finalmente ha visto il varo della moviola in campo, anche se per adesso solo con “il gol non gol”, persone a lui molto vicine come la badante, lasciano trapelare che per festeggiare abbia stappato un Crodino per farsi uno shampoo, mentre dal CDA della Fiorrentina emergono nuove figure femminili, che alla fine sono sempre meglio delle figure di merda. La prima proposta del marketing in rosa sarà in ambito di fairplay naturalmente, anche se rivolto a Renzi e al Paese, sarà infatti utilizzata la magrezza del volto scavato di Savic per girare uno spot da trasmettere all’estero in modo da dimezzare gli sbarchi clandestini. Menomale poi che nel calcio sopravvivono ancora certe regole che poi sono quelle elementari del vince chi fa un gol più dell’altro, passando così dalle parole spesso fuori luogo ai gol spesso da fuori area se non quando in fuorigioco. La dura legge del gol si dirà, e menomale che ci sono le leggi perché a tutti piacciono le minorenni. Basta poi con i giocatori che dopo un gol baciano la maglia e dopo 20 gol baciano la maglia di chi li ricopre d'oro, sappiamo benissimo che nel calcio di oggi il per sempre non esiste più. Per sempre c’è solo la Carrà. Basta con il credere a esseri mitologici in pantaloncini. Mezzi uomini e mezzi pirla. E’ anche vero che il mondo del calcio è come un centro di accoglienza di Lampedusa, fatto però di procuratori, prostitute, professionisti, prostitute professioniste, professori, profeti, protetti, tutti comunque profughi, dove ognuno può dire la sua dichiarando il proprio pensiero prigioniero politico di se stesso, tanto nessuno paga mai il conto, nemmeno i giornalisti o quei commentatori come Massimo Mauro capace di guardare le partite con gli occhi di un aquilone. E il suo pensiero è chiaro ormai anche alla D’Amico; la terra è attaccata a un filo. E poi C’è Varriale che una volta saputo dal proprietario di un noto ristorante, che Diego Della Valle si era macchiato la camicia, insomma, si era unto con il sugo degli spaghetti, da quel giorno ha cominciato a considerarlo uno sporco capitalista. Considerazioni che lasciano il tempo che trovano, che dimostrano la pochezza di analisi di questa generazione di giornalisti e conduttori televisivi, e prendiamo Civoli, che per accattivarsi le simpatie e smarcarsi dal pensiero di Zazzeroni è passato alla pura demagogia populista, oggi lotta tra Bacconi e Collovati sostenendo che Arsenio Lupin fosse socialista.