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mercoledì 25 giugno 2014

Polase e rutti

Adesso non ci resta che incontrare la Spagna in aeroporto per vedere di salvare almeno la faccia. Davanti allo spettacolo vergognoso di un'Italia che ci costringe all'uso massiccio di Polase ho persino rimpianto la gara di rutti di Marzio ai tempi della scuola, Marzio contro tutti, quello si che era il vero made in Italy da esportare con orgoglio. Usciamo svuotati di sali minerali, umiliati da un dopopartita accompagnato da una fitta sassaiola di dimissioni, sassolini tolti dalle scarpe puzzolenti di una spedizione sdrucita nell'anima. Ancora più brutto il dopo come se non fosse bastato un prima fatto di scelte sbagliate, tutti contro tutti come nella gara di rutti di Marzio, con Balotelli che finisce in presidenza, e così la colpa alla fine è tutta dell'uomo nero. Dimissioni che si macchiano di ridicolo quando Prandelli dichiara di non voler rubare i soldi ai contribuenti, superando così lo spettacolo osceno del campo, il tutto servito su un letto di dichiarazioni peggiori della rucola, con i vecchi contro le figurine, a condire con finto aceto balsamico fatto solo di caramello, un finale che sa tanto di fuga ad Hammamet. E menomale che c'è Cuadrado in questo mondiale, che rimarrà per Suarez quello di pane e Chiellini, la colazione del campione. Il calcio italiano versa in uno stato pietoso, come la sanità, e alla richiesta di un'analisi tecnica della disfatta urgente, tutti scappano, il Cup dice che non potrà essere fatta fino alla prossima Cup del mondo, e allora sarà meglio portare al dottore le vecchie analisi, quelle fatte nel 2006 a Berlino, che tra l'altro erano perfette. Il mio commento tecnico invece si basa sul fatto che è stata una partita illusoria, a tratti priva di introspezione filosofica, mentre Buffon e De Rossi ci hanno detto che l'esistenza dei giovani, benché discutibile, è purtroppo inevitabile. Allora meglio, molto meglio i "fochi".