
Oggi alla faccia delle parole di ADV largo alla mia passione per lo street food, così comodo, veloce, economico, incredibilmente legato al luogo in cui si consuma. Come appunto la schiacciata della Consuma. Questo cibo di strada rappresenta la frugalità di uno spuntino che può diventare pasto, la fruibilità di un consumo a tutte le ore del giorno e talvolta della notte e l’assenza di mediazione delle posate. Se non siete d’accordo posate il fiasco invece delle posate. Il suo consumo veloce non ammette uso di bacchette o forchette, devono bastare le mani come quando ci si masturba, travalica le consuetudini del galateo e trasuda di infantilismo. Sporcarsi diventa più che lecito, necessario. Come una polluzione. Spazio quindi agli street food più amati al mondo lasciando fuori per una volta quelli di casa nostra. Non siate così provinciali. Vietnam: Bahn mi. Il retaggio culturale della colonizzazione francese si esprime in questa sorta di baguette farcita: crosta friabile e mollica più ariosa, racchiude una tipica salsiccia vietnamita, patè di fegato di maiale, sardine sotto sale, verdure, tofu, formaggio, salsa piccante e coriandolo. India: daulat ki chaat. Dolce a base di latte e panna arricchito da pistacchi tritati e zucchero viene profumato con acqua di rose. Ne risulta, dopo la montatura e il riposo, una crema soffice e spumosa. Turchia: borek. Rotolo di pasta sfoglia sottilissima, yufka, farcito con vari ingredienti di cui prende il nome: formaggio carne macinata o verdure. Arrotolato e spennellato con uovo sbattuto viene infornato prima di essere servito. Venezuela: arepa. Piccolo panino rotondo a base di un impasto di farina di mais bianco e acqua, cotto su una piastra, bucato, e in seguito farcito in base ai gusti con carne, formaggio o uova. Russia: pirozhki. Focaccine di pasta lievitata con latte e uova farciti di carne e verdura, pesce, in alcuni casi dolci riempiti di frutta. Una volta farciti sono cotti in forno, possono in alcuni casi essere fritti e serviti bollenti. Brasile: acaraje. Crocchetta di pasta di fagioli, simile alla fejoada, fritta in olio di dendè. È in seguito aperta e farcita con gamberi e pomodori verdi insieme a un condimento piccante di peperoncino e coriandolo. Israele: falafel. Polpette fritte a base di un impasto di legumi, tipicamente fave o ceci ma anche lenticchie, conditi con aglio, coriandolo, cumino e sumac. Messico: tamales. Fagottini di pasta di mais ripieni di carne precedentemente stufata o verdura e formaggio, racchiusi in una foglia di pannocchia (in alcuni casi di banano) e in seguito stufati. Filippine: tokneneng. Uova sode, generalmente di quaglia ma anche di gallina o anatra, ricoperte da una pastella di farina e amido di mais colorata e profumata con annatto. Portogallo: choco frito. Cartocci di seppie fritte, i molluschi sono panati in uovo sbattuto e farina. Si servono salate all’ultimo momento. Sud Africa: biltong. Striscie di carne spezzata, marinata ed essiccata; tendenzialmente polpa di manzo o struzzo, in alcuni casi anche selvaggina. Si mangiano ammorbidendole tra i denti prima di staccarne un boccone. Colombia: obleas. Biscotti simili a cialde croccanti di farina di frumento farciti accoppiati con latte condensato, cioccolato, marmellata o formaggio fresco in base ai gusti. Cile: sopaipilla. Insieme ai churros uno dei cibi di strada più amato dai cileni, soprattutto per il prezzo particolarmente economico. E’ una pizzetta fritta ricavata da un impasto di zucca, farina e pochissima acqua. Argentina: garrapinada. Praline ottenute da arachidi e zucchero semolato, tutto profumato con vaniglia. Generalmente si presentano caramellate una a una ma è frequente trovarle in un unico blocco da rompere come il croccante. Gran Bretagna: fish&chips. Cartocci di patate fritte e filetti di pesce bianco pastellati prima di essere fritti, tradizionalmente eglefino o merluzzo. Servito caldo e salato all’ultimo momento prevede una generosa spruzzata di aceto di malto prima della consumazione. Giappone: karaage. Deliziosi bocconcini di pollo disossato fritti in una pastella a base di un mix di farina e fecola dopo aver marinato in succo di limone, zenzero, aglio e salsa di soia. Si gustano caldi e croccanti. Infine largo ai campioni del mondo della Germania con il bretzel. Una via di mezzo tra la morbidezza e la croccantezza, un impasto lievitato a base di farina di grano tenero prima bollito in una soluzione di acqua e soda poi infornato e salato. Perfetto accompagnamento alla birra, viene servito con la senape dolce. Io a pranzo vado da Zeb in San Niccolò. È più vicino.
