Diego Della Valle detta l'ordine del giorno proprio il giorno dopo il mio proposito di non voler parlare più di Prandelli. Se fossi stata una donna avrei fatto sicuramente la puttana. Troppo invitanti le parole di Diego per soprassedere, perché in sintesi, chi lo aveva inquadrato meglio di un corniciaio fiorentino, ieri ci ha detto; "Avete presente le porte dei supermercati che scorrono se ti ci metti davanti? Beh chi ancora non ha capito il vero Prandelli, pensa che l'apertura di quelle porte sia una coincidenza". Del pontificato di Prandelli a Firenze voglio ricordare tra i momenti più salienti il giorno del suo addio, toccante, per il quale furono proclamati tre giorni di lutto cittadino. Molti continuano ancora a toccarsi appena uno lo nomina. In memoria del suo codice etico, le discriminazioni contro le donne e contro i gay furono messe a mezz'asta. La cerimonia sarebbe potuta essere più veloce, è vero, ma ricordo che i cardinali presenti erano continuamente distratti dai chierichetti. Con l'addio di Prandelli muore il grande sogno di vincere finalmente qualcosa, sogno che è rimasto tale anche con la Nazionale, e che adesso cercherà di realizzare in Turchia. Anche i turchi hanno già cominciato a toccarsi. Il suo codice etico è comunque riuscito a fare da collante e quindi a unificare le cinque grandi religioni del mondo: cristianesimo, ebraismo, juventinità, islam e Facebook. La cosa che personalmente mi ha fatto più male è stata la delusione che ha provato la mia amica Beatrice che in lui aveva creduto come a un Messia, di lui si fidava, amava persino i suoi giubbottini strinti, le sue conferenze stampa, il suo accento così radical-chic, delusione tipica e tremenda di chi crede in qualcuno che poi tradisce la sua fiducia. Solo un'altra volta l'ho vista così distrutta, quando prima ancora di credere in lui credeva di essere una brava cuoca. Poi un giorno vide il suo cane che mangiava da McDonald's. E dopo il tramonto definitivo di Prandelli dietro al Cupolone vi regalo la mia meravigliosa alba di oggi dalla quale dovrò presto separarmi non senza qualche rimpianto.