Anche se in notevole ritardo devo una qualche spiegazione sul perché mi sono scelto un nome d’arte, si insomma, diciamo una specie di pseudonimo. Un nick se preferite, chiamatelo pure come vi pare. Un tempo era il soprannome. Ne avevo scelti alcuni poi sono andato a cercare nel celebre “Annuario degli scrittori di tutti i tempi” e ho dovuto fare qualche passo indietro. Un po’ come Gamberini. Ho dovuto constatare cioè che roba tipo Alessandro Manzoni, Italo Calvino, Leonardo Sciascia e Dante Alighieri esistevano già. Furbo come il clan di Montolivo in grado cioè di danneggiare la Fiorentina e allo stesso tempo di far credere di essere stato danneggiato, mi sono scelto uno pseudonimo che non era in quell’annuario. Non è male, è simpatico, nel napoletano viene pronunciato con l’accento sulla seconda “O” che ne stempera un po’ l’insipienza americana dandogli un sapore mediterraneo che ricorda il rosmarino. Poi si memorizza alla grande. Oltretutto credo che come nome per uno scrittore Pollòck suoni bene. Anche perché mi da un aria internazionale visto l’apprezzamento che riscuote la Fiorentina a livello europeo, visto che tra le italiane in certi paesi è diventata addirittura la squadra più seguita. Insomma, sono di San Frediano ma anche cittadino del mondo, mi piacciono i grandi giocatori di casa nostra e gli stranieri, le belle donne d’Oltrarno ma anche d’oltremanica, d’oltreoceano e dell’Oltrepò Pavese. Donne che vanno oltre ai soli preliminari, donne che vanno fortunatamente al sodo. Le nostre donne sono le più belle della città come si può facilmente verificare dalla foto della Fedora, donne che non hanno bisogno di calare nessun velo pietoso, perché belle come sono il velo se lo possono permettere trasparente. A conferma della scelta corretta di un nick che richiama l’internazionalità del mio progetto-blog, sono stato in Amazzonia e ho conosciuto alcune affascinanti amazzoni. sono stato anche in Austria a mangiare la torta Sacher per la parte gastronomica del progetto, e perché volevo vedere quanto sono belle le austriache, quanto sono buone le sue fette e quanto grandi le sue tette. Per Natale vado in Polesine per ripercorrere le orme di Gauguin che intanto ha aperto un un blog sul vino, e anche perché ho sentito dire meraviglie sulle polinesiane. Mi scuso perché oggi vado un po’ di fretta, sono a Caserta mentre domani sarò a La Spezia, giro e quando giro rimpiango casa, e la sera, solo in certe camere omologate penso alla frustrazione che avranno provato i genitori di Paris Hilton, che a differenza nostra saranno stati sicuramente privati di frasi di riferimento tipiche di intere generazioni, quelle insomma da dedicare con rammarico ai propri figli, frasi come per esempio “questa casa non è un albergo”. Stamani quando sono partito c’era già grande fermento in via Sant’Agostino pur essendo ancora molto presto, perché stanotte la banda del buco ha colpito ancora. E non mi riferisco ai centrali del Milan, ma ai ladri che sono entrati nel negozio di frutta e verdura del “Puntine” e hanno portato via tutta la merce. Mi diceva un giornalista sul marciapiede che sembrava uno di quelli di Rete 4, e che a quell’ora aveva raccolto alcune indiscrezioni, che i ladri dovevano essere dei veri professionisti perché sono riusciti a eludere tutti i sistemi di allarme e a evitare la saracinesca blindata sfondando un muro e passando dalla gioielleria accanto.