Nel frattempo siamo cresciuti, San Frediano è invecchiata e c’è sempre più bisogno di fare manutenzione alla sua facciata più tipica, la fiorentinità. I figli se ne sono andati dove le case costano meno, Valdarno, Valdelsa, Vaffanculo ai soldi mentre la città si è svuotata della propria identità. Alla faccia dell’Inps, però, Diladdarno è quartiere coriaceo e resiste, gente di 80 anni che è capace di farsi quattro bypass e ritornare a casa in via del Leone, gente con il carapace. Sono stato a trovare la mia vicina di casa, una dolce vecchietta abbarbicata al terzo piano, un vano scale sponsorizzato dalla Red Bull all’interno di uno speciale circuito dell’estremo, c’è stata una lunga trattativa anche con la Sector che lo avrebbe voluto usare per farci correre una gara di X Fighters. La mamma della Gina è dolcissima, come dicevo, ma per problemi di salute è costretta a stare sempre in casa. Ogni tanto vado a trovarla per farle un po’ di compagnia scambiando due chiacchiere e giocando a ramino. Ieri sera mi ha vinto tremila euro. E’ dolcissima, e da quando vado a farle compagnia non ce l’ha più nemmeno con la politica, riesce ad arrivare alla fine del mese malgrado la pensione, se mi candido mi ha promesso di darmi il voto. Non è neanche così facile mantenersi in forma in San Frediano, in centro non è consigliabile andare a correre, lo slalom tra le merde di cane non è una disciplina ancora così popolare, le piscine non ci sono, devi spostare la macchina, insomma, tutte le scuse sono buone per stare sul divano che invece è perfettamente raggiungibile da tutte le stanze. Sono fondamentalmente pigro, niente a che vedere con il fondamentalismo islamico, anche se il kebab ha ormai sostituito le friggitorie, pigro ma anche influenzato da esempi negativi come quelli del Torre, il secchione delle medie, quello più bravo in tutte le materie, rosso di capelli, un iperattivo che le ha provate tutte pur di emergere anche nello sport, qualsiasi disciplina pur di imporsi come a scuola, poi una volta naufragata quella sua ambizione si è ritrovato, fermo, dietro lo sportello di una delle anonime filiali della Cassa di Risparmio. Ho passato 8 anni all’Istituto d’Arte, prima c’erano anche le medie, e ne ho visti di soggetti, pochi predicati, qualche pregiudicato, ho difeso Antognoni contro il Pardelli gobbo e figlio di parrucchiere "buco", ma mai avevo assistito alla determinazione del Torre nel voler emergere nello sport pur essendo negato, lui bravo a scuola, noi bravi in tutto quello che non era scuola, soprattutto a prendere per il culo quelli bravi a scuola, noi che eravamo capaci di fargli un tunnel dopo che aveva preso 8 all’interrogazione di matematica, solo per fargliela pagare. Il Torre pur di cercare di smarcarsi da quell’emarginazione, cercava di evitare le nostre rappresaglie guadagnando la nostra stima a ginnastica. Noi però eravamo delle vere merde, la differenza sostanziale tra le merde come noi e quelle come il Pardelli è che lui era una merda puzzolente juventina. Il Torre comunque non ci ha mai conquistato, anche troppo rispettoso nel linguaggio, sempre più avanti a quello che era il programma mentre noi eravamo sempre a rincorrere. Non passava i compiti, non parlava mai di passera e non capiva una sega di calcio. Nell’era di Michael Jordan s’era messo in testa di voler diventare un bravo giocatore di pallacanestro, ma era troppo basso. Per essere sempre quello più originale cominciò a venire a scuola vestito come se dovesse andare ad Ascot e così dopo avergli strappato la seconda giacca ci confessò che voleva diventare un bravo fantino, ma era troppo alto. Cominciò a parlare dell’America, si presentava in classe con il numero sulla maglia e i pantaloncini corti, arrivava a scuola di corsa sostenendo che si stava preparando per la maratona di New York. Voleva diventare un maratoneta, ma era troppo pesante. Si buttò nell’atletica leggera sognando l’oro olimpico dopo interminabili dirette televisive, premiazioni e inni nazionali, decise di diventare un bravo lanciatore di martello, ma era troppo leggero. Si era quasi rassegnato mentre noi parlavamo di Fiorentina e il Pardelli festeggiava le vittorie della Juve di Platini. Il Torre ebbe l’ultimo sussulto, come a volersi ribellare da quel destino fatto di inappropriata predisposizione allo sport, un ultimo tentativo disperato, quasi come il nostro di arrivare alla maturità. Decise di diventare un bravo atleta di decathlon, ma era troppo alto, troppo basso, troppo pesante e troppo leggero.