Mentre Renzi spopola, viaggia tra Firenze e Roma lasciando un profumo di rose come Padre Pio, e a Ballarò tocca un paio di persone guarendole, mi sono accorto di essermi esposto troppo su Montella. Più ancora di una maiala sui viali o della trippa del Carocci sul banco del Mercato Centrale. Mi sono lasciato coinvolgere da quel cazzo di spirito da crocerossina, più ancora di quando vado con una maiala sui viali solo per dargli 50 euro, per aiutarla in qualche modo, e poi mi ritrovo costretto a trombarla perché non vuole l’elemosina da nessuno. Ora non vorrei dovermene pentire e magari rimpiangere Delio Rossi, visto che ancora non mi sono pentito di non essere andato a portarlo in trionfo quando arrivò a Firenze masticando calcio, per andarsene via, invece, fendendo sganassoni. Del resto l’allenatore è da sempre la figura messa più in discussione, e non a caso Zamparini è diventato il braccio armato del tifo, più ancora di una leggera “puncicata” o di una bomba leggera in quanto carta, un capo ultrà con potere di firma, un Vuturo con i soldi, colui che ascolta i tifosi più di un maresciallo prima del Daspo, uno che ne raccoglie i malumori, l’unico che ancora oggi assume e continua a pagare quelli che licenzia, ce n’è forse solo un altro che cavalca i malumori come lui, Berlusconi, che infatti è già andato ad ascoltare quelli dei “forconi” dopo aver finito di cavalcare privatamente. Del resto sta sparando le sue ultime cartucce prima di cavalcare il proprio malumore eterno. Prendiamo Conte, un allenatore sulla cresta dell’onda che diventa una testa di cazzo solo a causa di una leggera nevicata, e per di più a Istambul. Menomale che Mancini è italiano e così almeno il ranking è salvo visto che pure Benitez non passa, ma lui per fortuna non è italiano, e anche se Montolivo è buono solo per portare cappello Allegri invece salva il culo a fatica. Oggi c’è il Dnipro e tocca a Montella oscillare tra le grandezze di coppa e le pochezze di chi toppa, confini labili, separati magari da un palo interno o dalla nebbia di questi giorni, la mia paura non è tanto per il risultato sfavorevole perché comunque il passaggio del turno è ormai al sicuro, non vorrei però che il risultato mi costringesse ad attaccare l’allenatore, insomma, non vorrei fare la figura del parolaio. Oltretutto ho un problema serio di sintassi, perché ci sono due categorie che si caratterizzano in assoluto per essere le più diffuse sul pianeta, quella di chi critica l’allenatore e quella di chi usa il congiuntivo in maniera critica. Io faccio parte della seconda e quindi in caso di risultato negativo stasera non lo “criticherebbe” solo perché non ho gli strumenti adatti. Insomma, era meglio se mantenevo un PH più neutro, il rischio adesso è quello di fare come faceva “Ovomaltina”. Come potrò fare un domani a criticare Montella? So già che mi aspetterete al varco, alla fine sento che farò davvero la fine della povera “Ovomaltina” che mi è morta di crepacuore quando ha saputo che Ljajic non aveva rinnovato. Era una gallina intelligentissima, tutte le uova di Colombo l’aveva covate lei, ma cosa più incredibile parlava pure. A volte si metteva nel cortile della casa di campagna e teneva dei veri e propri comizi sulla campagna acquisti, mentre i vicini ascoltavano rapiti, veri e propri ostaggi della sua parlantina. Però alla fine un monte di discorsi, tutto il tempo a dare consigli a Montella su come organizzare la fase difensiva, ma intanto aveva disimparato le sue funzioni primordiali, tra l’altro non sapeva più fare le uova e non riusciva più neanche a cercare i lombrichi nascosti nel terriccio. In altre parole quello che ho paura possa succedere a me con Montella, Ovomaltina predicava bene ma razzolava male.