.

.

martedì 24 dicembre 2013

Il miele della Majella

A noi di città tutti questi prodotti a km zero ci affascinano un casino perché sono quanto di più lontano dalla nostra dimensione fatta invece di negozi più o meno omologati, di marchi più o meno famosi, insomma, di prodotti industriali. Più o meno come si legge anche sulle pile. Ora ha aperto pure Eataly di Farinetti, e ha aperto nel cuore della città, là dove c’era la libreria Marzocco e comunque non l’erba di Adrianone nazionale e anche un po' rintronato. Possiamo definirlo un supermercato dell’eccellenza italiana, prodotti di qualità che dovrebbero garantirci appunto dall’omologazione e dall’appiattimento industriale del gusto. Per esempio l’aglio rosso di Sulmona, aglio che rappresenta uno spiraglio tra il buio delle tante porcherie, come il miele della Majella paragonabile solo a quello di una maiala. Diciamo però che la formula proposta da Farinetti, in questo caso non è troppo convincente, anche perché molti dei marchi proposti sono già presenti sul mercato, gli spazi sono angusti e la location non invoglia affatto a consumare quelle che vengono proposte come golose tipicità. Da una parte si cerca d’invogliare per esempio con il lampredotto di Luca Cai, oppure con pani speciali, carne sceltissima o pizza fatta con tutti i crismi della scuola napoletana e quindi con ingredienti inseriti in un rigido protocollo, ma dall’altra si abbassa drasticamente il desiderio concentrando tutto in un formicaio fatto di luci artificiali, dove non ci si sente per niente a proprio agio ma all’interno di un circuito che alla fine somiglia molto come filosofia al percorso obbligatorio dell’Autogrill. Molto meglio andare a trovare Luca Cai in piazza della Passera oppure da Nerbone al Mercato Centrale, anche se bisogna riconoscere che ci sono prodotti interessanti e molti anche di non facile reperibilità, ma preferisco un altro tipo di “mercato”, questo mi da l’impressione che del km zero abbia soprattutto il cetriolo che alla fine ti ritrovi in quella parte di te che vorresti mantenere inviolata ancora un po’. Un po’ come la porta di Neto, perché è comunque sempre fastidioso prendere un gol anche se vinci già quattro a zero. Poi ci sono quelli che stanchi del traffico, del parcheggio, del bed and breakfast che ha aperto al piano di sopra, della zona a traffico limitato, truffati per anni dalla pubblicità del Mulino Bianco decidono di andare a vivere in campagna come se davvero fosse una passeggiata di salute. Conosco persone oneste che prima di fare un passo così importante mi hanno voluto manifestare la loro piena consapevolezza per una scelta così estrema, riconoscendola come estremamente faticosa ma allo stesso tempo indispensabile, puntando molto su una certa manualità a proposito di lavori, che alla fine sono abbastanza semplici da imparare e comunque intuitivi. L’altro giorno ho trovato il Centi che è uno di quelli che se ne è andato in Maremma decidendo così di dare un taglio netto a quelle sue origini per ripercorrere in senso inverso quelle dei suoi genitori. Prima di andarsene mi aveva raccontato quel suo progetto di allevamento di animali, ma che volendo procedere per gradi, aveva pensato di iniziare con qualcosa di piccolo. Era contento di quello che era riuscito a fare in così poco tempo, contento anche di come si era subito adattato alla nuova vita, non rimpiangeva niente se non il lampredotto di Marione. Mi ha raccontato quindi di aver messo su delle arnie, intanto, e quindi che adesso ha tantissime api. Eccitato come quando andavamo all’apertura dei cancelli di curva Fiesole, mi ha confessato con un entusiasmo insospettabile per un tipo depresso come lui, che il prossimo passo sarà quello di capire come si fa a mungerle. Mi ha fatto davvero piacere rivederlo così motivato, e per capire chi era il Centi prima di andarsene in Maremma, visto che non a tutti San Frediano fa così bene, bisogna ricordare che durante una seduta di ipnosi regressiva, aveva scoperto che in una vita precedente era stato un coniglio. E sua moglie, piangendo, mi aveva confidato di spiegarsi alcune cose.