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sabato 7 dicembre 2013

L'imbianchino di piazza della Calza

Uno dei grandi problemi della nostra società non è tanto Neto, ma il fatto che non c’è più la disponibilità ad ascoltare gli altri, certo, escluso le spie che invece ascoltano ma lo fanno di nascosto e quindi non si viene a sapere. Un problema che, invece, investe in pieno l'uomo del terzo millennio che va così veloce che non ha più il tempo da dedicare agli altri. Se non per rivolgergli improperi, suonargli il clacson, idividuarli come possibili vittime di truffe o schiacciarli con la macchina per via di un tasso alcolico più alto del tasso d’interessi di uno strozzino. Ognuno è concentrato su stesso, a parte la squadra che quando perde concentrazione si sente troppo sicura e subisce gol. Forse più concentrato di un individuo dei giorni nostri c’è solo il tubetto del concentrato che può essere anche doppio o triplo. Si esprimono concetti e allo stesso tempo non ci sono più i destinatari attenti di una volta, perché nel frattempo siamo tutti diventati persone che esprimono concetti rivolti a chi è solo concentrato ad esprimere e non ascolta. Tutti parlano, parlano e poi la gente è costretta a mettere i doppi vetri perché le parole non ascoltate salgono come il caldo, non c’è più un orecchio fonoassorbente in grado di catturarle nella propria tromba di Eustachio. Ci sono trombe delle scale che rimbombano di parole inascoltate, e le parole inascoltate danno noia come il puzzo di fritto e il volume alto della televisione della Liliana che almeno però è sorda davvero. C’è mio cugino che si è intestardito e vuole comprare una casa in via del Campuccio senza avere sufficienti garanzie per ottenere un mutuo. Non si è ancora reso conto che il mondo è cambiato e che non c’è più nessuno che lo ascolta. Lui però non si arrende e tutti i santi giorni va alla filiale della Cassa di Risparmio di via dei Serragli a parlare con il direttore cercando di convincerlo, ma come dicevo il direttore non vuole sapere di ascoltarlo. Credo che anche lui, un po’ come tutti noi sia diventato un sordo-mutuo. E’ vero poi che le donne parlano per costituzione, a prescindere da chi le ascolta, ma ne ho conosciute molte che sono rimaste senza parole davanti alla bellezza di Paul, l’imbianchino di piazza della Calza, un fiorentino di terza generazione con la faccia da attore, e come si può notare anche molto fotogenico. E poi c’è la perduta onestà, una verginità morale deflorata proprio a partire dai piani alti. Ci sono più condannati in via definitiva in parlamento che non  in carcere, come del resto ci sono più fave in Borgo Pinti che in via della Chiesa, e a chiusura del cerchio ci sono più pedofili nella Chiesa che in galera, poi c’è chi spaccia un 4-3-3 per un 3-5-2 e chi invece spaccia altra roba in Santo Spirito. C’è Calvarese. C’è la contraffazione spinta. C’è la respinta di Neto sui piedi di Romulo. Insomma, a parte chi si spaccia per un portiere, che alla fine più che una mancanza di onestà la sua non è altro che una mancanza di piazzamento, quello che preoccupa di più è l’abbassamento della soglia della moralità che fa concorrenza persino a quella del dolore di Jovetic. Schettino e Berlusconi affondano definitivamente ogni sussulto di moralità tra moldave, olgettine, la Belen, la nipote di Mubarak, e  così alla fine gli scogli da superare per ripartire in qualche modo non sono solo quelli del Giglio. L’assenza di certi valori come per esempio l’onestà si scontrano con arbitri tipo Valori, i porta valori fanno a mezzo con chi ruba e chi ruba pensa di avere fatto il pieno di valori tipo la ricchezza senza sforzo, togli ai ricchi per donare ai poveri, voglio fare la bella vita con i soldi della Deutch Bank, voglio andare con le escort in un resort e in quello che viene definito il più bello sport. Trombare. L’onestà è uno dei valori più importanti su cui si dovrebbe fondare la società civile. L’altro giorno esco di casa lungo i muri come se fossi un ladro, appunto, a testa bassa per bagnarmi il meno possibile, sotto i tetti, ancora pensavo alle tette che avevo messo come foto nel post di ieri, quando mi è caduto l’occhio su un un portafogli gonfio come il fegato di Foco, lo apro e dentro c’erano 50.000 euro. Non ho avuto dubbi e l’ho subito portato ai Carabinieri. Il portafogli.