.

.

giovedì 26 settembre 2013

Un capitolo ispirato a De Marco

Ci siamo, l’occasione è ghiotta, matura come una professionista che garantisce prestazioni affidabili. Come una Golf. Le acque sono quelle tranquille di un porto sicuro, un po’ come le cosce della professionista, accoglienti e avvolgenti. Come i sedili della Golf. Prendiamoci questi tre punti e mettiamo il sogno al riparo, e visti Mazzarri e i Della Valle mi viene subito in mente Mazzara del Vallo, tra l'altro l’unico porto al mondo che ancora non ha chiesto di smantellare la Concordia. Insomma, facciamo che la Fiorentina diventi la squadra dell'anno 2013. Come la Golf 7. Fiorentina che è più forte dell’Inter e che a Bergamo ha dimostrato di essere cresciuta come la disoccupazione, deve solo mettere la prua in direzione del tricolore. Non vedo problemi a meno che in tribuna non appaia Jessica Fletcher, perché come porta sfiga quella non ce n’è, ovunque vada ci scappa il morto. E’ peggio di De Marco, che per i tifosi fumatori è peggio persino dell’aumento del prezzo delle sigarette, perché lui compie misfatti su commissione e non ti da scampo, mentre per colpa dell’aumento, ai fumatori ammalarsi di cancro oggi costerà di più, ma c'è sempre la chemio. La Fiorentina gioca meglio della squadra di Mazzarri, un allenatore che ha avuto il merito di raddrizzare la baracca nerazzurra che comunque ha sempre il tetto di Eternit, non ci può fare paura neanche se il Bianconez è in restauro e la sua spalla ideale ha ancora problemi alla spalla. E’ bene o male la stessa squadra di Stramaccioni con un Campagnaro in più e un Milito convalescente, non si può paragonarla alla Fiorentina, sarebbe un errore di concetto organizzativo grave, diciamo che sarebbe come pensare a un congresso medico su bulimia ed anoressia. Sarebbe un disastro, i bulimici si mangerebbero gli anoressici. Noi siamo più forti e vinceremo! L’unico problema che potrebbe nascere sta nel fatto che la Fiorentina di Montella esprime un bel gioco a differenza di quello brutto espresso dalla squadra di Mazzarri, perché purtroppo sono i brutti a fare andare avanti il mondo, anche se i belli vivono meglio. Se Gomez sta fermo in piedi sulla spiaggia, con lo sguardo rivolto verso il mare, lui sta contemplando l'orizzonte. Se lo fa Montolivo, "Guarda quello scemo, ha lo sguardo perso nel vuoto". E quando dico che sono i brutti a mandare avanti il mondo, penso a Dante, aveva un naso che sembrava un aspirapolvere, per sniffare la coca si faceva una pista della Polystil. Lorenzo il Magnifico sarà stato un Magnifico cesso, forse, e Einstein con quei capelli tutto è relativo. Non si offenderà Mazzarri se definisco un’azione dell’Inter elegante quanto un rutto, con la differenza che un rutto dà più soddisfazione. Per noi che Montella è un Dio come per altri Cesare era un Santo, chiediamo due cose, la prima, battere l’Inter, poi, in quanto Dio, salvare la Regina, almeno su un file. Visto l’ennesimo scempio di De Marco che seguirà il giusto riconoscimento di Braschi, mi sono rifugiato nella poesia con la quale mi posso permettere di mandarli affanculo entrambi facendolo passare per una licenza poetica, e già che c’ero ho scritto, prima tre leggi dell’Universo in posticipo infrasettimanale  (1)  Niente nell'universo conosciuto viaggia più angolato di un pallone calciato dal sinistro di Pepito Rossi (2)  Le squadre di Mazzarri giocano male ma fanno punti tranne stasera. (3)  Ci sono due tipi di sporco: il tipo scuro che è attratto da oggetti chiari, ed il tipo chiaro che è attratto da oggetti scuri. Braschi e De Marco c’hanno il culo sporco che attrae al loro interno oggetti turgidi sia di pelle chiara che di pellle scura. Poi, per quanto riguarda la Roma e il Napoli ho scritto una poesia propiziatoria dal titolo: "Profondo sub" - L'estate sta finendo; controllate l'ossigeno. E con il Napoli ha già cominciato a funzionare. Per De Marco invece ho scritto "Schianto antico" - L'albero cui tendevi la pargoletta mano ti è caduto addosso e ti abbiam soccorso invano. Ho finito finalmente anche il primo capitolo di un libro che è da tanto che volevo scrivere ma non trovavo mai il tempo.