Non solo il dado, anche il mondo del calcio ha più facce, qualcuna a culo e allampanata come quella di Montolivo, altre rigorose come quella di Bergonzi, più facce della stessa merdaglia, come i tanti Giuda che tradiscono la fiducia d’intere tifoserie e società per il denaro o l’ambizione. Ambiente patinato ma anche teatro di storie che riportano i protagonisti nel mondo di tutti i giorni, quello nel quale le copertine non sono patinate ma di carta vetrata, quando non sono addirittura di carta igienica. Si dice che la dote migliore di un attaccante sia la freddezza davanti alla porta, qualità che per i più grandi diventa una vera e propria ragione di vita anche fuori dal campo, quindi non solo davanti al solito portiere in uscita ma per esempio davanti alla bellezza della porta San Frediano. I bomber più spietati si muovono nella vita di tutti i giorni come tanti Clint Eastwood, Steven Seagal, John Rambo, o ancora più duri come Gene Wilder impersonato perfettamente da Montolivo e la sua asticella. Un amico che lavora al Mercato Centrale e che vende frattaglie mi ha assicurato che Gomez è un freddo anche nell’alimentazione, non proprio come Hannibal Lecter, ma comunque un tipo bofrost, è rimasto sorpreso di come Gomez sapesse cose che vanno anche al di là del semplice rettangolo verde, come la salsa che ha lo stesso colore del campo ma che sta bene sui bolliti che non siano solo certi vecchi difensori centrali, d’altronde vendendo solo schifezze non può certo sorprendersi se qualcuno vuole del cuore, del cervello, milza o addirittura della matrice, che agli stranieri viene tradotta come “Fallopian tube”. Mario e Carina vanno spesso a fare la spesa da lui, del suo racconto mi è rimasta impressa la lucidità di Super Mario che ha spiegato alla fidanzata di trovare meno difficoltà sotto porta che davanti a quello sguardo spento, le ha spiegato che gli occhi di quell’animale erano freddi. Freddi come la neve d'inverno che cade a Monaco. Si', freddi e quindi difficili da masticare, più ancora che di riuscire a buttarla dentro dopo aver masticato il pallone con il destro. Gomez è un freddo ma è anche un pratico, mi pare che si possa considerare proprio quel tipo di giocatore senza tanti fronzoli, di quelli che cercano la strada più semplice per fare gol, quella di farsi trovare nella posizione più favorevole per battere a rete, magari non sarà spettacolare ma comunque sempre molto efficace. Carina sostiene che è pratico anche fuori dal campo, dice per esempio che quando gli ascensori del suo palazzo di Monaco erano fuori servizio, lui non si faceva ne in qua e ne in là pur abitando al diciottesimo piano, utilizzava senza tanti problemi quelli in funzione più vicini che si trovavano nel palazzo di fronte. Gomez è consapevole della sua forza, non è una di quelle persone che vede l’erba del vicino sempre più verde, a meno che non abbia inforcato i suoi tanto amati Ray-Ban. Chi è in grado di fare gol non se lo dimenticherà mai, ci potranno essere periodi di astinenza anche lunghi come fino alla seconda giornata di campionato, ma poi tornerà sempre a timbrare il cartellino, il bomber, il gol ce l’ha nel sangue, chi soffre di amnesie sono altre categorie, per esempio Ljajic che ha dimostrato di dimenticare, un vero irriconoscente, poi c’è chi non si ricorda mai di pagare, oppure casi più gravi come appunto quello di Vargas, l’altra faccia del calcio, che si è perso ormai da qualche anno, e ultimamente proprio dopo aver deciso di curarsi per disintossicarsi dall’alcolismo, si è perso anche a Careggi. Gravi amnesie le sue, l’ha ritrovato il cugino. Era una donna. Eccole le due facce della stessa medaglia, il calcio dei ricchi che mostra come il denaro non possa comprare anche la felicità dell’anima, Gomez e Vargas, a uno gira tutto nel verso giusto e lui gira tutti i palloni nel verso giusto della porta, l’altro soffre e cerca faticosamente di ritrovarsi, per questo va anche dall’analista ma quando gira male gira male, l’altro giorno sono andati insieme al ristorante giapponese, solo che nel biscotto della fortuna di Vargas c’era scritto “Muori”. L’argomento della depressione è stato dibattuto ieri sul blog, anche molto bene, argomento serio sul quale non mi sento di fare ironia, e Vargas penso che sia ormai un depresso cronico, la Fiorentina gli offre un rinnovo del contratto ma la possibilità di rivederlo viaggiare su quella fascia come un tempo sono ridotte al minimo, e questo mi manda in depressione, cronica nel suo caso perché anche quando la Fiorentina s’imbarca per qualsiasi trasferta si riaffaccia impietosa, e se per tutti gli altri il viaggio aereo sarebbe anche meraviglioso, per lui no, colazione a Londra, pranzo a new York, e bagaglio, solo il suo, in Brasile. Poi ci sono anche i giocatori che ammaliano le platee con prodezze, che vengono a loro volta ammaliati da certe carezze, quelli che amano fare spettacolo, e anche certi spettacoli della natura, che si esprimono con giocate fini a se stesse, fini come devono essere le caviglie che fanno parte degli spettacoli della natura, molti amano fare i tunnel. Ma questa è un’altra storia, di quelle che piacciono tanto al nostro Foco.