San Frediano ti attrae come uno spacciatore, ti attira a se come un bagarino prima di Fiorentina-Juve, la sua bellezza ti circuisce, vogliosa, ti calamita tra le sue strade, case, pavimenti, è posto insomma in cui i piedi nudi magnetizzano gli oggetti metallici affilati in modo che, sul pavimento, puntino verso l'alto, specialmente al buio. Delle volte certe urla non nascondono affatto la capacità di arrivare al punto G senza passare dal varco elettronico di via Romana, e nemmeno un gol di Gomez. che vale tre punti. Semplicemente nascondono una puntina. Luogo lascivo, fatto di fantasia e poca voglia di lavorare, un mio amico proprio sulla scorta di un modo di essere che ricorda molto la ruota di scorta il cui ruolo è solo quello, eventualmente, di subentrare, ha inventato un gioco che sta imperversando in piazza Santo Spirito tutte le sere, i giocatori stanno in circolo, il primo che fa qualcosa ha perso, non a caso lo chiamiamo “Burocrazia”. E’ cosi San Frediano, Viola abbestia, variegata come un gelato all’amarena, un quartiere culturalmente sotto la media, e che nel ‘66 lo ha visto parzialmente anche sotto l’Arno, si beve anche per dimenticare che si beve molto da queste parti, e grazie a un “bianchetto” di troppo l’altro giorno il “Fude” che lavora al Commissariato d’Oltrarno, si è lasciato andare e mi ha raccontato di un’interrogatorio nel quale chiedeva alla persona che stava sporgendo denuncia “cosa avvenne poi?”, questa persona ancora scossa, bianca come la Berlinguer, raccontava singhiozzando: “Lui mi disse: "Devo ucciderti perché mi puoi identificare". Ero eccitato da quel racconto, dal fatto di avere la possibilità di conoscere un po’ di quel noir che fa parte del sottobosco di quartiere che non viene mai a galla, e allora lui “E la uccise?” Risposta secca “No”. Il “Fude” è una testa di cazzo anche quando non beve. Poi c’è la Piera che ha adottato un figlio di colore, mi incrocia e mi dice che I bambini adottati sono un gran pensiero perché devi insegnar loro come assomigliarti, e il suo pensiero più grosso adesso è rivolto al fatto che il marito ha l’uccello già più piccolo di quello del bambino, e non potrà mai assomigliargli. Insomma, esci di casa ed è come se entrassi in una centrifuga pur senza arrivare in piazza Cestello, il Bambi sembra sempre più vecchio, delle volte lo scambio col padre, non prende più neanche il metadone, dice che beve solo latte di riso e che l’ipocondria è l’unica malattia che non ha. Insomma, in principio San Frediano era il caos. Il casino. Praticamente Porta Romana subito dopo un incidente. E il Verbo era presso Dio. Avverbi, preposizioni e compagnia erano rimasti bloccati a Porta Romana, Dio disse: "Sia fatta la tramvia". Qualcuno capi' "Via la merda da Firenze. Via", e ci volle il Big Bang! Lo Yab! Un pub! Comparvero l'universo, l’Universale, lo spazio, il tempo, Raffaello Paloscia. Passò qualche miliardo di anni, e qualche scarichetta elettrica su De Marco produsse i primi amminoacidi. La carenza di ossigeno favorì la loro evoluzione da brodo primordiale di trippa a minestra, poi a zuppa di plancton, a ribollita, a nutrimento macrobiotico, e cosi' via fino a via dell’Orto dove le verdure erano a km zero. Arrivarono le piante in Boboli, la clorofilla sul viale dei Colli, l'ossigeno dei tre punti a Bergamo, e quindi gli animali. Prima Galliani, Braschi, Nicchi, Abete... Gli anfibi lasciarono l’Arno e si trasferirono permanentemente in San Frediano, diventando chi calzature di tendenza e chi mezzi dei Vigili del Fuoco, e, per evoluzioni successive, dai rettili come Montolivo si arrivò ai retti (in piedi), ovvero all'uomo. E proprio dal primo animale ritenuto autocosciente (o autoincosciente, se pirata della strada) ci siamo ritrovati in rosa Juan Manuel Vargas. E se la partita di oggi non sarà troppo evoluta da un punto di vista tattico potrebbe addirittura giocare. Il bello di San Frediano è anche questo, c’è persino qualcuno che pensa che possa giocare Vargas. Il bello di San Frediano comunque rimane sempre il culo della Beatrice.