La piena consapevolezza nei sui mezzi è scattata nella testa di Neto dopo le parole di Montella: “Non dare retta a Luca Calamai perché nessuno può farti sentire inferiore a Sommer senza il tuo consenso”. Intelligente Montella, inferiore non a Sommer ma alla media, invece Calamai. Vincenzo del resto sa sempre cosa dire, quando e come, se oggi Neto ha la forza per difendere la porta della Fiorentina lo deve al lavoro psicologico del suo allenatore che ha saputo toccare i tasti giusti: “Mungere una vacca è un'operazione che richiede un talento speciale, che è posseduto solo dai contadini, e nessuno nato in una grande città potrà mai sperare di acquisirlo”. Ecco, Calamai non sa mungere neanche una vacca. La vendetta di Neto è stata poi quella di chiedere a Calamai che colore assume un camaleonte su uno specchio, e lui è rimasto lì, inebetito, a farsi aria nel limbo di un ventaglio di risposte, a chiedersi come mai quando va ai mercati generali nessuno vuole vendergli niente di specifico. Neto per il Calamai prima della cateterizzazione non era solo il pericoloso portiere della Fiorentina, era soprattutto una fastidiosa presenza, un intruso che se fosse rimasto avrebbe testimoniato la sua attività di giornalista, tesa a indirizzare operazioni, e che come nella vicenda Jovetic alla Juve, alla fine si era ritrovato solo con il catetere. Come una sorta di Robin Hood del giornalismo dei poveri, Calamai ha girato per un po’ con il catetere dentro l’uretra invece che dentro la faretra, le frecce al suo arco intanto erano finite, rimaneva Neto alla Fiorentina e la cannula di gomma introdotta nella sua cavità per favorire il drenaggio del contenuto dei suoi articoli. La cateterizzazione cardiaca umana fu introdotta da Werner Forssman nel 1929. Ignorando il suo capo di dipartimento, e legando il suo assistente ad un tavolo operatorio per evitare sue interferenze, egli si mise un catetere uretrale in una vena del braccio, facendolo avanzare fino all'atrio destro del suo cuore, e quindi salì a piedi le scale fino in radiologia, dove prese la lastra a raggi X che confermava il fatto. Letto questo, d’accordo con Rialti e Tenerani abbiamo legato Calamai a un palo della porta di Neto e introdotto un bel clistere per liberare anche l’ultimo tratto dell’intestino dai suoi articoli. Una volta ripulito il giornalista dai suoi contenuti osceni, si sono presentati pochi momenti d’imbarazzo tipici, nei quali il paziente svuotato dice cose finalmente di senso compiuto a differenza di prima quando era ancora marcio, a quel punto dire di avere necessità di un altro portiere al posto di Neto non è solo una credenza popolare ma anche un armadio economico, e dissentire sulla scelta del portiere non è più come poteva apparire prima, adesso sappiamo che si era ammalato di dissenteria. In un recente articolo del Calamai, dopo che è stato rovesciato tutto come un calzino, drenato e ripulito dagli interessi della Gazzetta, ritroviamo il giornalista pulito di un tempo, la sua vena è tornata ad essere quella limpida come l'Arno, ho apprezzato la sua analisi con la quale indicava i motivi per i quali bisogna puntare sui giocatori africani, quelli che secondo lui hanno più fame di tutti, mentre sono da scansare i più fortunati che lavorando alle Poste possono leccare i francobolli. Si, il Calamai ripulito è un piacere sentirlo disquisire sulle qualità del Cagliari, ascoltare le sue considerazioni, non tanto sulla pericolosità del suo attacco, perchè quelle le può fare anche Michel Isler, la sua è invece un’analisi precisa e intelligente su cosa evitare, e mentre Tenerani ha puntato il suo editoriale sulla gestione tattica per non prendere le ripartenze, il Luca post cateterizzazione ha messo l’accento su febbraio. Febbraio ha solo 28 giorni, e ciò significa che se tu prendi in affitto una camera, paghi per tre giornate piene che non hai usato. Il suo appello è stato quello di cercare di evitare i febbrai quando possibile, più ancora delle ripartenze. Intanto Inter, Juve e Milan pareggiano, il Napoli deve interrompere sul più bello il suo turnover per battere l’Atalanta, di fatto rinnegandolo, il solito rigore di Balotelli spinge la popolazione del calcio all’arte della diplomazia. Il tifoso diplomatico è una persona che riesce a dire agli arbitri che danno rigori e recuperi ingiustificati, di andare all'inferno in maniera tale che non vedano l'ora di partire. Adesso andiamo a scalare la classifica. Che montagne!