Adesso sono sistemati anche quei tifosi a gettone che avevano aspettato per mesi le prime piogge prima di uscire fuori dai seminterrati, era bastato un pareggio con il Cagliari, ci volevano i legamenti di Gomez che saltassero come loro di gioia sulla sedia, per spiegarci quanto fosse stata fallimentare la campagna acquisti, e riborda contro i Della Valle incapaci di garantire una rosa all’altezza, colpevoli di non aver permesso a Prandelli di gestire a proprio piacimento una loro società. Insomma, bello l’esordio di Wolski, bella la prova di Mati, gigantesca quella di Aquilani e Borja Valero, il sinistro di Pepito Rossi è ormai l’unico vero rimasto in Italia dopo la morte di Berlinguer. Neto prodigioso nella respinta ravvicinata su Denis che tiene il punteggio al sicuro, alla faccia di Calamai che tra l’altro aveva confessato di cacarsi addosso di fronte alla partita di Bergamo. Aveva sentore di grandi difficoltà per la Fiorentina, aveva sentore che Neto fosse un grande problema, aveva sentore che Jovetic andasse alla Juve, anzi quello lo suggeriva proprio, lo caldeggiava, insomma, quando parla Calamai ormai la gente si tocca le palle. Fiorentina che per adesso digerisce le partite di coppa come fossero semolino, diciamo pure che questa partita conferma le qualità della squadra mostrandoci finalmente giocatori tenuti sotto vuoto come Wolski e Mati per conservarne tutto l‘aroma, e con i rientri di Cuadrado, Pizarro e Gomez, ribadiamo che questa è una squadra che può lottare anche per lo scudetto, vincere l’EL e la Coppa Italia, alimentando sempre meno le estomporanee apparizioni degli abitanti più sfigati e sotterranei della città. Certo, l’Atalanta non è l’avversario più probante per testare la squadra di fronte ad assenze così pesanti, comunque ruvido, ma se non perderemo troppo terreno prima del rientro di Gomez e Cuadrado potremo dire la nostra. La settima vittoria consecutiva in trasferta in gare ufficiali dovrebbe tappare definitivamente la bocca a chi invece straparla, a chi è proiettato per indole a guardare l’erba del vicino e a fumarsi la propria, le finte di Wolski oggi dovrebbero aver fatto saltare i loro di legamenti, “scherzati” mentre gufavano per avere a disposizione la camera mortuaria di una disgrazia ancora calda come ideale palcoscenico. E’ una delle più belle Fiorentine degli ultimi anni, sicura, matura, cinica, autorevole, piena di qualità e con Montella che mette in mostra anche un coraggio che hanno solo i predestinati. La terza partenza migliore della sua storia, e lo sottolineo perché magari i gufi disorientati dalle finte di Wolski escono dai buchi con qualche cazzata delle loro, anche solo per confermare che sono vivi, disperatamente, prima che anche il rientro di Ilicic suoni come una sorta di derattizzazione. A questo punto, dopo una bella vittoria come questa, mi sento di aiutarle queste persone che soffrono quando non possono sputare veleno, e allora li consiglierei, per essere sicuri di colpire un bersaglio sempre più difficile, prima tirare e poi, qualunque cosa venga colpita, di chiamarla bersaglio, in modo da evitare la figura di merda di critiche come quelle espresse dopo il pareggio con il Cagliari. Oppure di bere molto per rendere i Della Valle ai loro occhi delle persone interessanti. Del resto a proposito del caos che imperversava in San Frediano ci fu un tempo in cui non esisteva nemmeno la scrittura, e le popolazioni dei rancorosi si tramandavano la conoscenza prandelliana come oggi si scambiano la mononucleosi: per via orale. Era quella che Freud chiamo' "fase orale" della letteratura. Ma a loro non bastava. Cosi' iniziarono a pitturare le caverne con scritte del tipo “Della Valle pezzi di merda”, da cui la locuzione "galleria d'arte". Ma alle loro donne non bastava, iniziarono a pitturarsi anche la faccia, ma agli sponsor non bastava. Loro, gli sponsor, volevano non solo il logo, tipico quello a forma di bufalo o altra preda di caccia, ma interi slogan pubblicitari diffusi un po' ovunque, e loro, per accontentarli inventarono la scrittura dei post da mandare a Fi.it, dove inventavano di tutto pur di buttare merda sulla Fiorentina. Dove caldeggiavvano persino l'arrivo di Tutunci. I secoli correvano veloci, la scrittura meno, perché affidata principalmente alla mano certosina di quei gufi professionisti, iscritti all'albo degli scriba con la tessera della “gheba”. Ma a loro tutto ciò ancora non bastava, non era divertente andare la domenica al Franchi con parrucche e nasi finti a vedere i leoni che scannavano qualche schiavo, se poi non ne si poteva leggere la cronaca sulla "Gazzetta dello Sport'' il giorno dopo, con le pagelle dei vincitori e le budelle dei vinti che non fossero quelle dei Della Valle, o come minimo qualche legamento del ginocchio di Gomez in allegato. Con la stampa a grande tiratura comparve la carta moneta, che andò rapidamente a sostituire le pesanti ed ingombranti monete in metallo prezioso. Questa fu una grande innovazione, appunto, in quanto, i gufi in mancanza di soddisfazioni migliori sfruttarono questa circostanza per mettersi a fare gli scippatori visto che così erano piu' leggeri e veloci a sgattaiolare via. Alla stessa maniera di quando vince la Fiorentina.