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martedì 3 settembre 2013

Gomez non è buono per abbattere le difese immunitarie

A questo punto si affaccia minaccioso il pericolo più serio per una parte della tifoseria, e non è più neanche la pontellizzazione, superata brillantemente una volta assorbita da un’ altra azienda dello stesso gruppo Della Valle, la Schweppes, ciabattini che creano dismissioni e assunzioni per non pagare le tasse, un gioco di scatole cinesi, una corsa ai paradisi fiscali, tanto che alla fine i tifosi più fiscali rimangono con lo scontrino in mano, sempre meglio comunque del cerino, altrimenti a quest’ora si erano bruciati fino ai gomiti. Il problema poi non è neanche il prossimo mondiale di ciclismo che era nato proprio sull’onda della dismissione, c’è da ricordare infatti lo spot che ne tradisce la matrice “L’hai voluta la pontellizzazione? O pedala”. No, oggi il vero pericolo è di natura esistenziale, perché se la squadra come sembra non darà adito a sospetti, truffe ai danni dei propri tifosi, quando neanche l’Associazione dei Consumatori potrà fare più niente, allora vedremo gente girare per lo stadio invece che con la sciarpa Viola al collo, con la mappa esistenziale, una di quelle che ha “Voi siete qui” scritto dappertutto. Dopo aver spaccato capelli in quattro, gridato della pontellizzazione ai quattro venti, cavalcato il malumore con una quattro ruote motrici, scelto Tutunci in quattro e quattr’otto, fatto quattro passi insieme a Bettega e Prandelli, per ritrovarsi alla fine in quattro gatti e peggio ancora a quattro zampe con il rischio reale di essere montati da dietro, oggi rimasti con un pugno di mosche, una volta aperta la mano e volate via anche quelle, della pontellizzazione è rimasta solo la polvere dalla quale è stata ricavata dell’acqua in polvere, ma il problema adesso è che non sanno più cosa aggiungere. Ci fanno sapere quelli che difesero Montolivo credendo alle parole di Pallavicino, che rimangono comunque molto vigili perché la pontellizzazione è come l’Imu, esce dalla porta e rientra dalla finestra. Imu, una ragazza sarda che mi schiaccia i rampicanti tutte le volte che rientra dalla finestra per pontellizzarmi l'organo sessuale, insomma prima me lo fa rizzare e poi me lo ridimensiona. Oggi sono andato a pranzo con un amico che mi parlava spesso di dismissione, io ho mangiato dentro al piatto mentre lui ha preferito mettere tutto dentro la scarpa comprata da Bata solo per far rabbia a Diego, ci sono voluto uscire per capire certi modi di vedere la vita e devo dire per onestà che sono rimasto sorpreso, grande intelligenza e capacità di dare sempre una risposta al problema del momento, una lucidità invidiabile come quando la risposta ai problemi dell’addio di Prandelli fu Tutunci. Riccardo mi ha spiegato con generosità e gentilezza che aveva un problema di ricircolo dell’aria nella cuccia del proprio cane, e così ha partorito l’ennesima trovata. Mi ha spegato di aver  messo le lenti a contatto al cane, lenti speciali che hanno delle piccole immagini di gatti, poi ne ha tolta una, e il cane si e' messo a correre in ricircolo. E’ stato molto importante incontrarlo perché così mi ha potuto dare tutta una serie di consigli utili come furono quelli di andare a contestare a Moena con le parrucche e i nasi finti, gli avevo raccontato di essere preoccupato per mia madre che sta invecchiando e non si muove più bene come un tempo, allora mi ha detto di dipingere sul soffitto delle immagini delle stanze di sopra in modo da evitare di fargli fare le scale. Abbiamo parlato di Gomez, di Pepito, di questo ritrovato entusiasmo, ma i suoi occhi erano spenti, lui dice sempre per via del ridimensionamento energetico, una sorta di coprifuoco interno, un rifugio antiatomico contro le tanto temute olive ascolane a grappolo, mi ha addirittura detto che usa il ghiaccio secco per farsi il bagno in modo da non bagnarsi, o meglio ammettere per una volta di aver sbagliato la teoria della cessione della società al trippaio del Porcellino, ma di non riuscire ancora a fare un bagno d’umiltà. Mi ha detto che per risparmiare e così comprare un portiere “bono” a gennaio, ha smesso di pagare anche la bolletta della luce e alla fine gliel’hanno staccata, situazioni queste che però lo esaltano, come quando si accorse che Firenze non era Lecce solo guardando fuori dalla finestra del suo seminterrato di via dei Ginori e riconoscendo talloni e tacchi che non erano la Puglia, insomma, anche in questa circostanza di emergenza ha aguzzato il suo ingegno sconfinato e ha cominciato ad usare il flash della macchina fotografica fino a quando non sono intervenuti i vigili del fuoco pensando che cadessero i fulmini sopra casa sua. Una cosa mi ha un po’ preoccupato quando siamo arrivati al caffè, tra l’altro lui ha voluto solo i fondi, quando a un certo punto mi ha detto “Gianni beato te che non capisci una sega, l’altro giorno io..., ah no, non ero io”. Ho cercato di scuoterlo, ma visto il ridimensionamento non è uscito niente dalle sue tasche, l’ho salutato ricordandogli i 5 gol di Genova, i 6 punti in classifica, per dare un senso alla sua giornata, mi ha risposto guardando neanche più nel vuoto ma nel sottovuoto per conservare ancora quella sua convinzione, che a proposito di numeri, 50 anni non vuol dire vecchio, ma solo se sei un albero, e di aver provato anche a vestirsi di cortecce per sentirsi più giovane, un fallimento, peché molti cani gli hanno pisciato sulle scarpe, scarpari di merda. Mi ha abbracciato perché gli ho pagato il pranzo, “sei troppo buono con loro” mi ha dato un buffetto, un modo amichevole di darmi del bischero, e prima di andarsene ha voluto dirmi che lui è la dimostrazione che non è necessario avere i parenti nelle Marche per essere infelice.