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sabato 30 maggio 2015

L'autoerotismo per colpa del cocomero


La Grecia è ormai usata come paragone negativo di tutto. Ieri il barista di via Sant’Agostino, un antimontelliano convinto di uscire anche dall’Euro, mentre faceva il caffè al Bambi gli ha detto "Caro mio, ma neanche la Grecia allena così male". Io non mi inalbero a sentire certi luoghi comuni anche se così pieni di belle isole, solo perché ho paura che arrivi un cane e mi pisci addosso. E il Bambi quando ha sentito di questo mio timore ad inalberarmi in un luogo pubblico, mi ha raccontato come anche urinare in privato possa alla fine degenerare. Quello che in Fiorentina fa un ragioniere quando si occupa di mercato. E mi ha raccontato cosa succede a Gastone che abita sopra di lui, che da quando soffre di Parkinson ogni pisciata è una sega. Per tornare ai bilanci, e senza rubare sul peso della stagione, parte della tifoseria secondo me sottovaluta gli sforzi che ha dovuto compiere la squadra per tenere aperti tutti i fronti, e che alla fine ha pagato. E non mi inalbero neanche per questo, figuriamoci, non lo faccio nemmeno con la Rita che commette lo stesso errore quando mi racconta che Tommaso inserisce le formine nei fori corrispondenti e non ne sbaglia una. Hai voglia a dirgli che ha 16 anni, perché mi risponde che io sono il solito e che voglio sempre sminuirlo. Quando dico che mi sono divertito parecchio in questa stagione, voglio dire che la squadra ha risposto, il tecnico ha fatto un bel lavoro, e la società ha messo tutti nelle condizioni di poter arrivare anche a vincere. Perdere con le più forti è statisticamente più facile che perdere con le più deboli, errori ci sono stati, perché in qualche caso abbiamo perso anche con le più deboli, ma tutti hanno fatto errori, e il bilancio si fa sull’intera stagione, che a mio avviso rimane bellissima. Piena di grandi emozioni. Ritengo che pur senza un attaccante in doppia cifra, e malgrado gli errori dal dischetto, la squadra ci abbia fatto divertire. Poi la delusione per alcune sconfitte dolorose ha fatto scivolare le percezioni nel terreno che vede sempre l’allenatore come primo colpevole, e la società rea di increspare le acque con figure controproducenti, comunicati irritanti, dismissione e incompetenza. Io sono contento e difendo questa stagione, così come difendo gli italiani da i soliti luoghi comuni. Odio quando ci definiscono "mafia, spaghetti e mandolino". Chi cazzo lo suona più il mandolino? Diamo per scontato troppe cose, che magari hanno un valore a prezzo pieno. Siamo troppo sicuri di conoscere sempre la medicina, le colpe, le formazioni, le sostituzioni da fare, chi mandare sul dischetto, cosa dire alle interviste, se sorridere o piangere come fa Mazzarri. Se uno sa tutto così è finito il divertimento, tanto vale allora che Calzedonia faccia fare i cartelloni pubblicitari con le modelle già con i cazzi disegnati sopra col pennarello.