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lunedì 11 maggio 2015

Gomez è un centravanti puramente accidentale

Per la cronaca sto andando a Roma, e prima di tornare vi prometto che mi fermo in via del Viminale da “Er Buchetto” a mangiare il panino con la porchetta di Ariccia e a bere un buon Frascati. Per festeggiare la vittoria della Fiorentina e brindare alla salute di mia mamma visto che ieri era anche la sua festa. Non so la vostra, ma la mia è stata sempre avanti, già usava Twitter 40 anni fa quando mi diceva:"Un uccellino mi ha detto". Per fortuna non esiste la festa della moglie perché lei invece si sarebbe rammaricata di doverla festeggiare con il mio uccellino. Spero che oggi in mia assenza non si parli della pochezza dell’Empoli solo per sminuire la nostra vittoria, che è un po’ come chi parla di sesso debole solo perché non ha mai visto la pressione che riesce ad esercitare una donna per chiudere una valigia. Di Montella non parlo, di Neto nemmeno, non posso più far battute e già mi va bene che al massimo mi si svuota il blog, c’è gente purtroppo che rimpiange i tempi in cui vignettisti satirici morivano al massimo di cirrosi epatica. Non voglio esacerbare gli animi, anzi dirò di più, sono contrario ai matrimoni tra persone che potrebbero invitarmi. Posso dire che sono contento del ritorno al gol di Salah e della solita doppietta di Ilicic che segna con una tale facilità che se invece penso a Gomez mi cadono cose che poi sono troppo pigro per raccoglierle, ad esempio chiavi, braccia, speranze, sogni, palle. A questo punto non ha più senso nemmeno recriminare per l’acquisto del tedescone, sarebbe come infilarsi un preservativo per il compleanno di tuo figlio. Il tedesco in mezzo all’area è così puramente accidentale che mi ricorda tanto l’incendio di Fiumicino. Nessuno si aspettava un aeroporto lì, nessuno ormai si aspetta più il ritorno del bomber che fu. Sembra sempre più vicino a somigliare a quelle donne che si mettono la salopette, e purtroppo il confine tra "fashion" e muratore è sottilissimo. Ma quando si vince risalgono quotazioni e speranze, per il 5° posto, per la "remuntada", addirittura anche la stima per i Della Valle schizza alle stelle, il Bambi ieri sera ancora eccitato per i tre punti, in onore dei due ascolani canticchiava “Born to be olive”. Io invece non so se crederci davvero ad un miracolo che ci possa aprire le porte della finale di Varsavia, sono scettico anche se la speranza è sempre l’ultima a morire. Specie se penso a Marie Curie che è morta nel 1934 e ancora non si è spenta.