Non so se sono peggio Basanta e Savic oppure io e mia sorella che mi dice "stai sereno" mentre inveisco contro Basanta e Savic. Io che le rispondo "stai sereno lo dici a tua sorella", e così siamo stati in loop per più di mezz'ora. Pari pari come la difesa che concede gol ogni volta che l’avversario entra in area. Un primo tempo in loop difensivo, è mancato solo l’autogol di Niccolai, ma non la chiamata del Bambi che si è sfogato non avendo certo l’equilibrio giusto per sopportare con dignità l’uno-due del Siviglia. Non è uno che ha la stessa pazienza degli anziani che scelgono i pomodorini, uno per uno, facendogli perdere la sua. Poi dopo il rigore sbagliato è sbottato, mi ha richiamato e non potendo rifarsela nemmeno con Montella, si è sfogato minacciando che stamani sarebbe entrato dal pizzicagnolo, l’avrebbe rapito, legato, sarebbe salito sul campanile di Giotto, e poi fatto dondolare nel vuoto dicendo "CHE FACCIO LASCIO?". Io resto. Comunque. Anche se oggi sono in Abruzzo, lontano da tutti gli strascichi, dalla voglia di faida che si respira in città. E mentre già immagino una città che pensa a un futuro senza Vincenzo e senza più le riprese di “Inferno”, io da una zona più neutra penso a un futuro in cui se la connessione non funziona l’assistenza non consigli “Spenga e riaccenda il modem”. O forse penso che potremo prendere Benitez. Sempre che De Laurentis non lo tenga segregato in ritiro. Non so voi in questo momento come avrete reagito, me lo immagino e quindi non ho voluto leggere i commenti per non essere contaminato, perché ritengo che il cammino della squadra in EL sia stato ottimo. Non fortunato visto il sorteggio che dopo Roma, Tottenham e Dinamo ci ha regalato quella che a me è sembrata la più forte. Il Siviglia ha meritato la finale. Non me la sono presa, sono sereno perché me l’ero preparata bene questa doppia semifinale. E prepararla bene significa aver curato anche i minimi particolari. So per esempio che chi l’ha vissuta in maniera più spavalda bevendo e mangiando senza limitazioni come si fa di solito in queste circostanze quando ci si ritrova tutti insieme, possa aver accusato maggiormente lo zero-cinque. Sono le troppe aspettative dell’alcool e delle proteine della carne. Io che sono più morigerato conoscendo bene la mia dimensione ho bevuto solo birra analcolica apposta perché è come guardare un film porno dove non si tromba. Ho prevenuto sapendo fin da subito che non avrei goduto. Del resto non ho bisogno della finale europea per sentirmi un cittadino del mondo conoscendo già le lingue. "Insert coin" sono state le prime parole in inglese che ho imparato al bar di via de’ Serragli quando avevo 14 anni. E mi rincuora il fatto che dopo aver visto la fase difensiva posso dire che i casi meno gravi ieri li ho visti a Torregalli quando sono andato a salutare un amico chirurgo di pronto soccorso. Adesso non vi resta che fare la prova costume, io l’ho già fatta e il mio si asciuga. E poi in me prevale sempre quella condizione speciale, quel privilegio di essere tifoso Viola. Prevale sull’amarezza di una eliminazione pur dolorosa, così come mi rendo conto che non è uguale vivere a Chieti o a Firenze. Mi ritengo fortunato, così subito dopo la partita ho finito di preparare l’appuntamento di oggi in Abruzzo, ho tirato fuori la giacca blu, e poi pur pensando a quanto sia forte la mia passione per la Fiorentina, come sempre nei momenti più difficili come questo ho pensato ad Allan. In verità qualcun altro l’aveva già fatto prima di me, anche se pensando di rinforzare il centrocampo. Io invece pensando al suo film più adatto alla mia Fiorentina. Provaci ancora, Sem...pre.