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martedì 31 marzo 2015

Dopo piazza della Passera vi prometto un'altra piazza al merito

Oggi vorrei essere ancora più ottimista del solito, forse perché sta per iniziare un nuovo ciclo di partite che potrebbero influenzare il meteo regalandoci una gran bella stagione che non si vedeva dalla primavera del Botticelli. Vorrei pensare cioè, che tutti quelli che sono spariti dal blog abbiano trovato la ragazza, anche se è molto più probabile che siano morti. I loro parenti potranno sempre consolarsi ricordando che sono vivi nella nostra memoria, e che qualcuno di quelli rimasti magari è morto dentro. E penso, tra quelli, a chi è ben conscio che dovrà continuare a seguire la carriera di Neto nascosto dentro a un capanno per la caccia ai tordi. Costretto  la domenica a mimetizzare le proprie emozioni all’interno del padule di Fucecchio. Io da buon sanfredianino dal cuore tenero sono qua sempre pronto ad aiutare chi si è perso nel padule di Fucecchio, perché se un mio amico ha un problema, non lo abbandono di certo come fanno molti. Sarò sempre lì al suo fianco a prenderlo per il culo. E poi se non si scherza su ciò di cui non si può scherzare come Neto, allora che senso ha scherzare? Tutti sono lì a chiedersi come mai abbia scelto proprio la Juve, squadra nella quale sono state riscontrate tracce evidenti di Buffon, e ogni giorno se ne aggiunge uno nuovo, dagli ex giocatori agli ex allenatori agli ex portieri, fino agli ex voto dati in dono a Marotta dal padre per esaudire la richiesta d’ingaggio. Tutti si fanno la stessa domanda, ma con tutto quello che c’è in ballo in questo periodo potrebbero chiedersi anche qualche altra cosa. Se posso aiutare, vorrei intanto suggerire la risposta agli interrogativi sulla strana scelta del brasiliano, che poi è molto semplice, perché chi ha consigliato Neto è il primo a porsi la domanda principe proprio dopo aver deciso di indirizzare il ragazzo verso Torino. Sembra infatti che il padre abbia chiesto alla dirigenza bianconera se al Salone del Libro ci siano le figure. E per chi è sopravvissuto al tempo, a Cognigni, ai miei pensieri a latere, all’ostracismo e champagne di Montella nei confronti di Marin e di Richards, al quattro a zero contro la Lazio, è arrivato il momento di rinforzare la passione aumentando la flora batterica con un metodo studiato a tavolino proprio da Vincenzo nostro. I fermenti tattici. E per quanto riguarda l’ottimismo in premessa, non demordo dall’idea di fare intitolare una piazza Diladdarno anche al genio che ha inventato il vitello tonnato.