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mercoledì 11 marzo 2015

Parole e voci di San Frediano

La sconfitta è sempre materiale da maneggiare con cura. Per molti è come travasare un cactus senza guanti, per altri ancora è soprattutto un travaso di bile. La consistenza è quella del guscio d’uovo. Sono in pochi insomma quelli che riescono a gestire la frustrazione del risultato negativo, o almeno sono in pochi quelli che riescono a farlo con uno straccio di dignità. Senza fare una frittata. San Frediano è troppo abituata al peggio per farsi sorprendere da un rovescio come quello di Roma. Oltre al disincanto tipico di chi ha maturato nel tempo l’amaro sarcasmo di circostanza, Diladdarno sono stati sviluppati geni di sensibilità sconosciuti nelle altre parti della città. Non solo riguardo alla capacità di metabolizzare una disgrazia, in Oltrarno siamo sensibili anche alle esigenze dell’ambiente, persino le puttane battono sulle piste ciclabili. Insomma, difendiamo le cose che amiamo e la Fiorentina è una di queste. Comprensione e ricerca delle cause per rimuovere il disagio. In San Frediano c’è tanta maturità. Il tifoso che non fa figli non lo fa perché è immaturo, è che non ha ancora finito di vedere i cartoni animati. Siamo fieri anche delle sconfitte, è difficile che una di queste ci abbatta, o ci renda tristi, perché prevale sempre la felicità di viverle certe storie. Da noi la tristezza è rappresentata da altre cose, e chi vive in Borgognissanti ha tutta la nostra comprensione. La vera tristezza di un sanfredianino è per esempio quella cosa che percepisci negli occhi di lei quando rispondi "Grazie" al suo primo "Ti Amo”. Ci piace dire la verità, essere diretti. Per questo siamo favorevoli all’Alta Velocità. Non è cattiveria ma sincerità, come dire alla propria compagna che se vuole farti felice a letto deve stirarti le lenzuola. L’importante è evitare di dirglielo l’8 marzo. Siamo anche accorti. Se vediamo una bambina che non ci convince glielo diciamo, non importa se è una bambina. Glielo diciamo che i suoi capelli non sono ricci ma crespi. Perché è giusto che lo sappia subito, altrimenti poi sposa uno di Borgognissanti che non glielo dirà mai e la ingannerà fino a quando prenderà il ponte alla Carraia finalmente nella direzione giusta, e in Oltrarno troverà un vero uomo che le farà affrontare la verità. Noi affrontiamo le sconfitte come ha raccontato ieri la Gaia, parole e voci di San Frediano: “So  che devo scrivere alla Gaia ma non ricordo perché. Ho perso la memoria come Alonso, che se si aggrava ancora diventa Barrichello. Forse mi è caduto un pino sul capo il giorno della tempesta di vento. Vento? Forse qualcosa riaffiora. Piano piano. Ma non è proprio vento. La sensazione è come se ci avessero sverniciato. E se proprio deve tornarmi la memoria spero che allora cali la nebbia. Non ho voglia di vedere la realtà oggi. E’ come se sapessi già che potrebbe non piacermi. Come quando stavo con una ragazza di Milano e andavo a trovarla. Adoravo passeggiare con lei proprio in mezzo alla nebbia. Per non vederle la faccia. C’è chi cerca di consolarmi esortandomi a guardare avanti. Ho aperto le finestre ma affacciano su un muro del pianto. Me lo sentivo che era una giornata nata male e finita peggio. Stamani per farmi coraggio e uscire mi sono fatto il bidet con l’acqua fredda. Mi ricordo solo che ieri pomeriggio c'era una bellissima ragazza davanti a me, le ho chiesto il numero e me lo ha dato felice. Ma io intendevo quello per la coda al banco della gastronomia. Una giornataccia”.