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martedì 3 marzo 2015

Marzo

Marzo non è solo una dichiarazione d’intenti verso una posizione più eretta, in San Frediano è l’unico mese con l’apostrofo. E a Firenze l’italiano lo conosciamo bene. Usato spesso dopo una bella mangiata. Oppure ogni mattina come questa prima di andare incontro ad una nuova giornata. Cercando di non passare dal ponte alla Vittoria. Piovoso. Chi soffre di mal di stomaco ci aggiunge in fondo la X di Maalox. Quest’anno sarà anche un mese decisivo per le sorti della stagione Viola. Europa League, Coppa Italia e campionato infatti passano tutte da questo marzo, come fanno i turisti quando passano per Santo Spirito e si sdraiano sul sagrato della Chiesa. Marzo anche dopo un gol, di scatto, tarantolato come domenica quando ancora non era Marzo. Perché in caso di gol della Fiorentina non c’è mese che tenga. Anche quando lo streaming è in sensibile ritardo e per questo ci domandiamo ancora perché Marin non scende in campo. Spesso marzo è una promessa disattesa, ne ricordo uno per l’appunto piovoso, dove una mia vecchia fidanzata era davanti alla finestra che mi fissava. Le promisi che se avesse diluviato, le avrei aperto la finestra per farla entrare. Non lo feci e forse anche per questo oggi devo considerarla una ex. Mi distrassi per colpa di un gol di Desolati. E poi lei faceva a gara con marzo per chi era più piovoso, a tavola piangeva sempre perché parlavo solo di Antognoni, l’unico vantaggio è che il brodo non le finiva mai. A marzo avrei voluto inaugurare la rubrica “marzo da tavola” dove ognuno di voi avrebbe potuto mandare le foto dei propri piatti, poi ci ho ripensato perché non mi sembra giusto mostrare tutte queste foto di cenoni e di pranzoni, quando ci sono bambini in Africa che non hanno la macchina fotografica. No, marzo solo per un gol della Viola, non certo come quello del tifoso romanista o juventino, perché il loro marzo ha qualcosa di Rocco Siffredi. Un marzo di quelli che dopo aver giocato contro la Fiorentina ti spieghi anche quella smorfia dolorosa. Il nostro marzo sarà dolce come il miele a tal punto che non marzo. Rimango tutto appiccicato.