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giovedì 19 marzo 2015

Ezechiele Lupi

Mi sono dimenticato della pillola di Radio Toscana, allora per farmi perdonare pubblico almeno la foto della Gaia. Anche se non ha molto senso ha comunque più senso di quello che solitamente scrivo. Per quanto riguarda  quello che è successo ieri al museo del Bardo, dico solo a quelli dell’Isis di stare molto attenti a fare incazzare noi cristiani, potremmo persino porgere l'altra guancia. Oppure se vi serve un ostaggio credibile chiedetecelo, che così vi diamo subito Ercolino Incalza. Insomma, la corruzione dilagante, il malaffare, le mafie diffuse ovunque come un cancro ci impongono di fare subito qualcosa contro l'immigrazione. E dopo l’ennesimo scandalo sulla corruzione nelle grandi opere, Lupi dimostra ancora una volta che i politici non vogliono andare a casa perché gliele hanno comprate a loro insaputa e non si ricordano l'indirizzo. Menomale che oggi gioca la Fiorentina che così ci distoglie la mente dalla festa del papà, una discriminazione bella e buona visto che a Firenze ci sono soltanto babbi. E se Tommaso mi chiamasse papà gli direi che è un gobbo di merda. L’irpinia è alle spalle, è tempo di partita con la Roma. Bella, da dentro o fuori. Entusiasmo a mille, speranze, adrenalina, e non sto aprendo un vasetto di Nutella, sto solo vivendo il prepartita, molte di quelle emozioni che la Fiorentina è stata capace di regalarci in questa stagione intensa. Certo, manca ancora un trofeo, come ancora manca anche l’ora legale, ma tutto a suo tempo. Le partite di coppa il giovedì mentre il cambio dell’ora legale sempre la notte tra il sabato e la domenica tra le 2 e le 3. E’ ormai una tradizione in casa mia alzarsi a quell’ora per mettere a posto tutti gli orologi. La Rita pensa al rinfresco. Prima di questo però c’è da pensare a vivere questa ennesima ricca giornata di sensazioni, una misticanza di orgoglio e voglia di rivedere la squadra affrontare un altro impegno importante, roba da ricordare, highlights da rivedere, per provare ad andare fino in fondo. Baba è pronto, Gomez ha voluto esserci, Salah si è riposato, e poi Savic, e ancora la possibilità di dare un’altra spinta alla Roma e buttarla nelle fauci della piazza più difficile al mondo. Povero Garcia, chissà se sarà almeno papà oggi. Io sono parecchio speranzoso e fermo, no, non sono sui viali. Sono fermo perché dietro a un uomo di successo c'è una donna. Poi un bimbo, poi un signore e poi io. Si chiama fila, ma non sono nemmeno alle Poste. Sto aspettando di vedere la partita.