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giovedì 26 marzo 2015

Interviste libere - Liberi da interviste


Le conferenze stampa, le interviste. Sono la parte burocratica del calcio, la polvere che si posa sulla passione. Parole vuote e candidate alla prescrizione. Ogni tifoso ha un sogno, il mio, una volta riempita la bacheca, è proprio quello di rendere meno pesante questo “impiccio” che fa parte del gioco. L’idea è quella di fondare un club che non sia il solito Viola Club, ma uno dal nome controverso, che faccia intanto pensare; “Interviste libere - Liberi da interviste”, dove si fa attività per renderle meno scontate, oppure per evitarle. Cosa intendo, la mia idea è quella di renderle meno ingessate, ovvie, pallose, vuote. Come? Attingendo ad un grande caposaldo dell’uomo libero, cioè trovo giusto che un giocatore si senta libero di esprimere le proprie emozioni senza il timore che qualche giornalista di turno, strumentalizzi, estrapoli concetti da contesti. E come fare se non dire le cose chiare e tonde, perché la libertà non è dire tutto ciò che passa per la testa, questo sarebbe eccessivo, la libertà è dire...anzi, il sogno è che a cominciare proprio dal Presidente, alla prima occasione utile, a margine di una partita, il presidente si senta libero di dire “W la fica”. Non ci potranno essere strumentalizzazioni di sorta, neanche attaccandosi alla cadenza marchigiana, se uno dice una frase secca così è un signore, non solo perché esce fuori dai luoghi comuni del calcio, ma perché genera entusiasmo nell’interlocutore. Ho studiato molto quali tipi di frasi usare prima di uscire con queste proposte, una l’ho detta, ci sarebbe anche molto altro naturalmente. E penso a Borja Valero che con quel vocione che non racconta per niente bene il suo fisico esile, potrebbe trovare il rilancio della sua immagine sostenendo tesi diverse dalle solite disquisizioni vuote sulla partita. Io me lo immagino dire “L’importante è la salute. Fondamentali sono le poppe”: Basterebbe davvero poco per svecchiare questo meccanismo infernale dove alla fine di una stagione rimaniamo incastrati per mesi. Un letargo della passione. E un giocatore basso ma con l’esperienza lunga come Pizarro, ha il dovere e tutte le caratteristiche morali di presentarsi in sala stampa e alla domanda sull’andamento della partita, rispondere: “Le donne. Tutto sesso e amuchina”. Questo sarebbe il bello del calcio, e immagino quei giocatori a fine carriera ai quali viene chiesto se da grandi faranno anche loro gli allenatori, come Montella, Inzaghi Pioli, Iachini ecc. Prendiamo Joaquin che potrebbe rispondere: ”No, io torno in Spagna e apro una casa chiusa”. Certo, non tutti sono uguali, c’è chi risponde a monosillabi perché non ha tanta padronanza della lingua, e qua si può lavorare cercando di farli comunicare con le abbreviazioni tipiche del linguaggio giovanile dei social. Ma ci sono quelli capaci di articolare frasi complesse, di argomentare su temi più disparati, diamo almeno a questi la possibilità di esprimersi in sala stampa così come l’allenatore gli consente di esprimersi in campo. Andiamo oltre il solito “abbiamo dato il massimo”. Specie quando ci sono le partite di coppa, quando ci sono giornalisti stranieri, quando abbiamo a disposizione addirittura una traduttrice, quale migliore occasione per andare oltre lo scontato scenario del post-gara. Già mi vedo il Club Manager che in quanto tale difende il lavoro fatto dalla società: “Attacco. Difesa. Finta di corpo. Illusioni. Miracolo del portiere. Pressing. Ripartenze. Un giro lungo solo per arrivare alla T di tette”.