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venerdì 27 marzo 2015

La Nazionale senza filtro e ormai anche senza più italiani

La partenza dei giocatori per le Nazionali spesso si trasforma in un vero e proprio cruccio per i tifosi, che la vivono come una sorta di tradimento, quando (raramente) non prevale l’orgoglio per la gita fuori porta del convocato. Mi viene in mente quanto è successo a Pizarro al rientro da un infortunio, risparmiato da Montella nell’ultima giornata di campionato, e subito a disposizione del suo CT. E’ qui che il tifoso insorge come quel marito tradito che pubblica una lettera a pagamento sul Corriere. In una sorta di nuova pubblicità del cornetto. Il tifoso non valuta mai i sentimenti che prova chi a quella convocazione risponde con entusiasmo. Con entusiasmo e spirito di appartenenza. Così come sono convinto che se le piante potessero parlare manderebbero affanculo i vegetariani. Non dobbiamo essere ne troppo egoisti e neanche troppo vegetariani. Perché abbiamo sempre almeno una bistecca da un chilo e tre per ogni nucleo familiare, da consumare nell’arco di un andata e ritorno di coppa, e perché una Nazionale X è vero che può restituirci un giocatore infortunato, ma anche uno esaltato dalla ribalta internazionale. Bisogna uscire da questo equivoco sentimentale, anche se capisco benissimo che per molti, tornare a casa significa non tanto uscire dall’equivoco, quanto dal cesso. Si, ci sono fasce di popolazione che vivono soprattutto in bagno. E poi guardiamo anche il lato positivo di chi parte per le Nazionali, e quando parlo di chi parte non intendo solo i nostri giocatori, ma anche i figli, oppure gli amici, anche Greta e Vanessa potrebbero partire per tornare in Siria. E lì i giovani hanno più prospettive che rimanere qua accanto a genitori tifosi sempre incazzati. Certo, il tifoso non transige, anzi il Bambi in un certo periodo addirittura transennava, a quei tempi aiutava ad allestire zone di pre-filtraggio. E’ difficile mediare come anche meditare. Io faccio uso di oli essenziali, jojoba soprattutto, e tutte le convocazioni mi scivolano addosso. Qualsiasi motivazione viene portata a giustificazione di sentimenti avversi alla convocazione in Nazionale, che poi diventano favorevoli non appena le convocazioni riguardano i giocatori delle prossime squadre avversarie, con la speranza d’infortuni o di aerei caduti durante i trasferimenti. Sentimenti aridi che dimostrano una profondità di pensiero che a confronto la Fossa delle Marianne sembra una tasca dei jeans. In qualsiasi discussione tra tifosi il mio consiglio è sempre quello di guardare la data di scadenza sul retro della scatola cranica. Specie quando parlano male di Montella. E poi il tifoso la deve smettere di essere così approssimativo, e non prevedere, in quanto tifoso, la coerenza, la logica, la sensibilità, l’intelligenza, non può usare l’attenuante della passione per cercare strade che lo portano ad una riduzione di un terzo della pena, perché il tifoso disperato dopo una convocazione in Nazionale di Pizarro non deve fare pena, ne un terzo e neanche metà. Io penso che il tifoso debba essere meno approssimativo anche nelle sue incoerenze. Deve curare i dettagli, sempre. Anche quando scoppiano di salute.