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venerdì 8 febbraio 2013

Tra via delle Terme e il termovalorizzatore di campagna

Ci sono paesi come il nostro che devono far fronte e più spesso dietrofront davanti all’incapacità di raccogliere e smaltire la propria spazzatura. L’utilizzo dei rifiuti come arredo urbano è ormai da tempo la street art più in voga nella provincia di Napoli per esempio, e ci ricordiamo a questo proposito di un Berlusconi che in cerca di consensi riuscì con un progetto innovativo di bioarchitettura a nasconderla tutta sotto il proprio letto, quello per intendersi usato anche per lo smaltimento di minorenni nipoti di Mubarak fino a quando la magistratura non scoprì la discarica abusiva di Palazzo Grazioli. A differenza di artisti come Picasso le cui opere sono riconosciute come dipinte in periodi di diversi colori, l’artista di Arcore invece viene riconosciuto nella sua fase napoletana per l’odore che fuoriusciva da sotto il letto. Ma ci sono paesi come la Svezia che paradossalmente vivono una situazione opposta, perché l’efficace programma di riciclo del paese prevede che le efficienti ciminiere degli inceneritori brucino quotidianamente elevati quantitativi di scarti, che per intendersi non sono i dribbling di Santana. Certo la Svezia ha nove milioni di abitanti contro i sessanta dell’Italia, quindi per permettere la produzione dell’energia elettrica e termica da distribuire poi alle utenze civili e industriali seguendo la logica del sostentamento eco-compatibile, è costretta a spingersi oltre confine alla ricerca degli scarti necessari. E quindi importare rifiuti dalla vicina Norvegia ma anche dai paesi dell’Europa centrale e persino dalla regione Campania, e su questa specifica esigenza svedese la riblogghita invierà materiale di scarto in cambio di materiale di parto biondo che non siano le sigarette. Con l’arbitro Valeri visto che in Italia la misura è ormai colma siamo sicuri di riscaldare tutta Stoccolma, invieremo anche il rifiuto che fu comunicato alla Juve in riferimento alla richiesta dell’acquisizione di Jovetic, poi invieremo volentieri anche il rifiuto di rinnovare di Montolivo, e visto come ancora ci brucia alimenterà perfettamente le centrali di Svezia fino a quando non lo metterà in culo anche a loro lasciandoli con un cerino in mano, al buio e al freddo per andare ad alzare l’asticella in Norvegia. Potremo spedire agli amici nordici uno come Massimo Mauro, che è una scoria piena di boria, il massimo della combustione, chimicamente ricco di schifezze perché anche ex politico ed ex dirigente calcistico, ma in carica attualmente come il rifiuto più puzzolente di Sky. Manderemo il mese di gennaio, Marotta che piacerà molto agli svedesi perché con lui potranno gettare un occhio storto anche all’utilizzo di materiale organico come la merda e come Bettega, abbiamo legno in abbondanza tra pali e traverse, ma anche Traversi. La classe politica tutta, l’ultimo film di Spielberg, il Festival di San Remo, Vargas e le puncicate insieme alle papere di Neto e Viviano che speriamo siano stati puncicati abbastanza nell’orgoglio e che possano garantirci d’ora in avanti un efficente piano energetico a salvaguardia della nostra porta. Certo la Svezia è davvero avanti mentre noi siamo i soliti sempliciotti che una politica dai lineamenti così svedesi la preferiremmo sotto in vece che avanti, ma si sa, siamo sempre un po’ improvvisati proprio come nella fase difensiva quando ci attaccano dalla parte di Pasqual, siamo legati alla nostra tradizione e a maggior ragione per via della crisi ci stiamo sempre di più rifugiando verso quella tradizione, del resto siamo fondamentalmente contadini come Mauro, poco lungimiranti, attratti morbosamente da personaggi che inciuciano come Corona e Moggi o che scommettono come Buffon, io che invece sono più romantico e meno globalizzato preferisco rifugiarmi nel mio programma energetico preferito che è un ritorno al vecchio e più spensierato pagliaio, all’odore del fieno, al rotolarsi fino ad avvinghiarsi bene bene perché i corpi si riscaldino fino a raggiungere un efficenza termica che non sarà come quella svedese, ma che a me comunque soddisfa a tal punto che dichiaro l’autosufficenza e mi stacco dal riscaldamento centralizzato.