Ci
sono paesi come il nostro che devono far fronte e più spesso
dietrofront davanti all’incapacità di raccogliere e smaltire la propria
spazzatura. L’utilizzo dei rifiuti come arredo urbano è ormai da tempo
la street art più in voga nella provincia di Napoli per esempio, e ci
ricordiamo a questo proposito di un Berlusconi che in cerca di consensi
riuscì con un progetto innovativo di bioarchitettura a nasconderla tutta
sotto il proprio letto, quello per intendersi usato anche per lo
smaltimento di minorenni nipoti di Mubarak fino a quando la magistratura
non scoprì la discarica abusiva di Palazzo Grazioli. A differenza di
artisti come Picasso le cui opere sono riconosciute come dipinte in
periodi di diversi colori, l’artista di Arcore invece viene riconosciuto
nella sua fase napoletana per l’odore che fuoriusciva da sotto il
letto. Ma ci sono paesi come la Svezia che paradossalmente vivono una
situazione opposta, perché l’efficace programma di riciclo del paese
prevede che le efficienti ciminiere degli inceneritori brucino
quotidianamente elevati quantitativi di scarti, che per intendersi non
sono i dribbling di Santana. Certo la Svezia ha nove milioni di abitanti
contro i sessanta dell’Italia, quindi per permettere la produzione
dell’energia elettrica e termica da distribuire poi alle utenze civili e
industriali seguendo la logica del sostentamento eco-compatibile, è
costretta a spingersi oltre confine alla ricerca degli scarti necessari.
E quindi importare rifiuti dalla vicina Norvegia ma anche dai paesi
dell’Europa centrale e persino dalla regione Campania, e su questa
specifica esigenza svedese la riblogghita invierà materiale di scarto in
cambio di materiale di parto biondo che non siano le sigarette. Con
l’arbitro Valeri visto che in Italia la misura è ormai colma siamo
sicuri di riscaldare tutta Stoccolma, invieremo anche il rifiuto che fu
comunicato alla Juve in riferimento alla richiesta dell’acquisizione di
Jovetic, poi invieremo volentieri anche il rifiuto di rinnovare di
Montolivo, e visto come ancora ci brucia alimenterà perfettamente le
centrali di Svezia fino a quando non lo metterà in culo anche a loro
lasciandoli con un cerino in mano, al buio e al freddo per andare ad
alzare l’asticella in Norvegia. Potremo spedire agli amici nordici uno
come Massimo Mauro, che è una scoria piena di boria, il massimo della
combustione, chimicamente ricco di schifezze perché anche ex politico ed
ex dirigente calcistico, ma in carica attualmente come il rifiuto più
puzzolente di Sky. Manderemo il mese di gennaio, Marotta che piacerà
molto agli svedesi perché con lui potranno gettare un occhio storto
anche all’utilizzo di materiale organico come la merda e come Bettega,
abbiamo legno in abbondanza tra pali e traverse, ma anche Traversi. La
classe politica tutta, l’ultimo film di Spielberg, il Festival di San
Remo, Vargas e le puncicate insieme alle papere di Neto e Viviano che
speriamo siano stati puncicati abbastanza nell’orgoglio e che possano
garantirci d’ora in avanti un efficente piano energetico a salvaguardia
della nostra porta. Certo la Svezia è davvero avanti mentre noi siamo i
soliti sempliciotti che una politica dai lineamenti così svedesi la
preferiremmo sotto in vece che avanti, ma si sa, siamo sempre un po’
improvvisati proprio come nella fase difensiva quando ci attaccano dalla
parte di Pasqual, siamo legati alla nostra tradizione e a maggior
ragione per via della crisi ci stiamo sempre di più rifugiando verso
quella tradizione, del resto siamo fondamentalmente contadini come
Mauro, poco lungimiranti, attratti morbosamente da personaggi che
inciuciano come Corona e Moggi o che scommettono come Buffon, io che
invece sono più romantico e meno globalizzato preferisco rifugiarmi nel
mio programma energetico preferito che è un ritorno al vecchio e più
spensierato pagliaio, all’odore del fieno, al rotolarsi fino ad
avvinghiarsi bene bene perché i corpi si riscaldino fino a raggiungere
un efficenza termica che non sarà come quella svedese, ma che a me
comunque soddisfa a tal punto che dichiaro l’autosufficenza e mi stacco
dal riscaldamento centralizzato.