Da
questa finestra di mercato continua a passare un fastidioso spiffero,
quel problema del portiere o spiffero che per molti però col piffero
che è stato risolto. Quello che insomma a Roma versante giallorosso è
diventato addirittura diarrea grazie a Goicoechea. Un problema quindi
che non solo a Firenze evidenzia seri problemi di tenuta in genere, più
psicologica che di presa per quanto riguarda Viviano, mentre Neto è
giovane e tende più a sfarfallare di Fiore in Fiore, di partita in
partita impollinando d’incertezze il suo cammino. Allora vorrei cercare
di mettere almeno una guarnizione a tutte queste perplessità, al limite
un po’ di silicone tra il disagio e le paure sensibilizzando i tifosi
sul tema dell’uguaglianza, quella che con tanta fatica è stata raggiunta
dalle donne e che vale anche al contrario. Se la donna oggi può dire
con orgoglio di aver raggiunto la parità, questa deve valere anche per
l’uomo, e la foto cerca di spiegare proprio questo, un manifesto forte
di un contromovimento che vuole con crudezza denunciare questo aspetto,
pur essendo conscio che l’aspetto di chi è raffigurato non sembra
rassicurare troppo. Il significato che ha voluto dare l’autore della
foto è che non può esistere un biglietto di andata e ritorno nel viaggio
che ha fatto la donna verso la parità, dove l’uomo venga addirittura
costretto a governare le ritrose di un viaggio a ritroso verso un
periodo di vergognosa sottomissione, spiegandoci che la parità è ormai
un concetto trasversale e custodito in banca come la palla nei piedi di
un rientrante Pizarro, una banca come quella di Ennio Doris, costruita
in quei trecentosessantagradi che ci circondano, e che vale quindi in
tutti i suoi sportelli, filiali, bancomat dove prelevarne certezza,
insomma, in tutte le sue possibili variabili o configurazioni,
uomo-donna, donna-uomo, donna-donna ma anche appunto uomo-uomo,
geometria dell’assetto che per qualcuno sembra essere diventato invece
il fastidioso viaggio al contrario tra le papere, le pere, e le pari
opportunità di Neto e Viviano. Alla vigilia della delicata partita con
il Parma è doveroso sottolineare con forza che i due portieri Viola oggi
hanno gli stessi diritti, un’assoluta eguaglianza che va considerata
una vera conquista, addirittura più importante che risolvere il mistero
se Batistuta è nato ad Avellaneda o a Reconquista, sul quale tra l’altro
sta già lavorando Giacobbo, quel Roberto che con un programma come
Voyager ha svelato definitivamente il mistero del perché nessuno paga
più il canone. Tornando all’uguaglianza, dicevamo che va considerata una
evoluzione della nostra società in quanto Fiorentina e non un problema
da gestire con preoccupazione. E a proposito di gestioni più o meno
facili come del resto anche certe gravidanze per le quali necessita la
calciparina, la foto vuole indicare la felice gestazione di una
convivenza che deve essere serena proprio come chi parte alla pari e
alla pari partorisce interventi appena abbozzati, diciamo pure
prematuri, roba da incubo e da incubatrice, roba da calcipirina nel
culo. I due devono prendere esempio dalla serena maternità di Frey
quando ancora faceva di Depardieu la sua icona, una serenità che il
movimento per la parità dei diritti tra i portieri in rosa, compreso
quindi anche Lupatelli, vuole esprimere con questo manifesto per la
libertà raggiunta e non solo da Frey naturalmente, perché
l’autore vuole rasserenare l’ambiente mostrando l’equivalente del gol
mangiato dall’attaccante, in modo che oggi un portiere possa portarsi in
grembo con orgoglio anche una parata mangiata.