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sabato 2 febbraio 2013

L'appetito vien mangiando

Da questa finestra di mercato continua a passare un fastidioso spiffero, quel problema del portiere o spiffero che per molti però col piffero che è stato risolto. Quello che insomma a Roma versante giallorosso è diventato addirittura diarrea grazie a Goicoechea. Un problema quindi che non solo a Firenze evidenzia seri problemi di tenuta in genere, più psicologica che di presa per quanto riguarda Viviano, mentre Neto è giovane e tende più a sfarfallare di Fiore in Fiore, di partita in partita impollinando d’incertezze il suo cammino. Allora vorrei cercare di mettere almeno una guarnizione a tutte queste perplessità, al limite un po’ di silicone tra il disagio e le paure sensibilizzando i tifosi sul tema dell’uguaglianza, quella che con tanta fatica è stata raggiunta dalle donne e che vale anche al contrario. Se la donna oggi può dire con orgoglio di aver raggiunto la parità, questa deve valere anche per l’uomo, e la foto cerca di spiegare proprio questo, un manifesto forte di un contromovimento che vuole con crudezza denunciare questo aspetto, pur essendo conscio che l’aspetto di chi è raffigurato non sembra rassicurare troppo. Il significato che ha voluto dare l’autore della foto è che non può esistere un biglietto di andata e ritorno nel viaggio che ha fatto la donna verso la parità, dove l’uomo venga addirittura costretto a governare le ritrose di un viaggio a ritroso verso un periodo di vergognosa sottomissione, spiegandoci che la parità è ormai un concetto trasversale e custodito in banca come la palla nei piedi di un rientrante Pizarro, una banca come quella di Ennio Doris, costruita in quei trecentosessantagradi che ci circondano, e che vale quindi in tutti i suoi sportelli, filiali, bancomat dove prelevarne certezza, insomma, in tutte le sue possibili variabili o configurazioni, uomo-donna, donna-uomo, donna-donna ma anche appunto uomo-uomo, geometria dell’assetto che per qualcuno sembra essere diventato invece il fastidioso viaggio al contrario tra le papere, le pere, e le pari opportunità di Neto e Viviano. Alla vigilia della delicata partita con il Parma è doveroso sottolineare con forza che i due portieri Viola oggi hanno gli stessi diritti, un’assoluta eguaglianza che va considerata una vera conquista, addirittura più importante che risolvere il mistero se Batistuta è nato ad Avellaneda o a Reconquista, sul quale tra l’altro sta già lavorando Giacobbo, quel Roberto che con un programma come Voyager ha svelato definitivamente il mistero del perché nessuno paga più il canone. Tornando all’uguaglianza, dicevamo che va considerata una evoluzione della nostra società in quanto Fiorentina e non un problema da gestire con preoccupazione. E a proposito di gestioni più o meno facili come del resto anche certe gravidanze per le quali necessita la calciparina, la foto vuole indicare la felice gestazione di una convivenza che deve essere serena proprio come chi parte alla pari e alla pari partorisce interventi appena abbozzati, diciamo pure prematuri, roba da incubo e da incubatrice, roba da calcipirina nel culo. I due devono prendere esempio dalla serena maternità di Frey quando ancora faceva di Depardieu la sua icona, una serenità che il movimento per la parità dei diritti tra i portieri in rosa, compreso quindi anche Lupatelli, vuole esprimere con questo manifesto per la libertà raggiunta e non solo da Frey naturalmente, perché l’autore vuole rasserenare l’ambiente mostrando l’equivalente del gol mangiato dall’attaccante, in modo che oggi un portiere possa portarsi in grembo con orgoglio anche una parata mangiata.