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lunedì 4 febbraio 2013

Se

Se il buongiorno si vede dal mattino e febbraio si specchia su gennaio, l’immagine invertita ci racconta che lasceremo un solo punto, mentre Toni come il Mike Bongiorno della grappa Bocchino si aggrappa al cielo e vola “sempre più in alto” lasciando al difensore parmense una paletta invece del classico cerino in mano. Se Cuadrado facesse anche gol sarebbe la Cuadratura del cerchio, mentre il segreto dei cerchi nel grano li ha svelati finalmente Valeri a Milano, aggiungendo un rigore al modo troppo popolare di dire “chi cerca trova”, magari proprio grazie a un po’ di “grano” che è un altro modo popolare di dire. Se con il rientro di Pizarro la squadra è più ordinata e la manovra così geometrica ci ha procurato nuovi deliri blaugrana, vuol dire che non stiamo bene mentre è assolutamente augurabile che a star bene sia invece sempre Pizarro. Se Viviano per dare sicurezza deve stare qualche partita a sedere in panchina, Neto per giocare qualche altra partita deve sperare che Viviano sia così convinto di volere dare sicurezza a tutto il reparto. Se la squadra nella partita dove concede di più non subisce gol e vince due a zero, deve ringraziare il cielo che si è esaurito il filone della sfiga, ma bisogna ringraziare anche Donadoni che ci ha portato del magnifico culatello con il quale adesso ci riempiamo il filone di pane e ce lo mangiamo sabato pomeriggio a Torino. Se è vero che Savic mi piace sempre di più mentre adesso sembra essere Gonzalo quello in calo, un po’ troppo svagato, c’è un Roncaglia che ritrova le sue accelerazioni a stantuffo e quando parte sembra lanciato dallo stantuffo che lanciava la pallina nel flipper. E se il buongiorno si vede dal mattino, bene febbraio che porta le sconfitte di Lazio, Roma e Inter, e se il buongiorno si vede dal mattino, non vale per il Milan che ha giocato di sera, squadra di creste che ha fatto la cresta sul pareggio. Se la Fiorentina gioca con questa tranquillità anche dopo aver perso quattro partite, noi dichiariamo di non mantenere affatto questa tranquillità dopo le quattro vittorie e un pareggio che si riflettono sullo specchio di febbraio. Se fossi il responsabile marketing della Duracell sceglierei come uomo immagine l’inesauribile Borja Valero per distinguermi dalla Superpila, e se fossi il responsabile marketing della Superpila per suicidarmi meglio andrei a vedere “Lincoln” di Spielberg, perché se è vero che il dodicesimo in campo è il pubblico, la storia del tredicesimo emendamento così raccontata è più pesante che la stessa schiavitù che i neri d’America hanno dovuto sopportare. Se Massimo Mauro non perde occasione per provocare non significa per forza che sia un provocatore, perché è l’occasione che fa l’uomo ladro, quindi uomo in quanto soggetto più generico, che può è vero voler dire che è anche un provocatore, ma nel caso dell’ebete perché limitarlo così quando invece grazie al suo talento televisivo può essere definito anche testa di cazzo e pezzo di merda. Se a febbraio il vento sembra essere girato tanto che invece della solita cappella del portiere mi sento di dire “tanto di cappello” alla squadra, per gli amanti della ricerca della cappella del portiere come ragione di vita, invito a cercare bene nella foto. Dov’è l’uomo senza cappella?