Neanche
fosse un Re Magio ma uno che si chiama Donadoni va sfruttato in tempi
di carestia perché potrebbe regalarci davvero la prima soddisfazione del
duemilatrdici, la febbre intanto è salita fino a febbraio, si è chiusa
la finestra di mercato e speriamo anche il problema della porta. Si, e
mentre il lampredotto ci scandisce la settimana adesso quello che ci
manca è il sapore dolce della vittoria, dolce proprio come il prosciutto
di Parma. E una volta esaurita la vena della sfiga, che il Re Magio ci
porti anche un po’ di culatello. Lo accompagneremo ad un ritrovato
bicchiere mezzo pieno, quel vino che fa buon sangue ma anche classifica,
e nella botte piccola si sa c’è la notizia buona del rientro del
piccolo Pizarro. E visto che non mangia culatello e neanche la coppa
d’Africa, torna a disposizione anche El Ham che viene dato in grande
forma, e forse proprio come una grande forma di parmigiano potrebbe
essere grattugiato sulla partita togliendo a Toni il sapore troppo
asciutto di una squadra all’asciutto di vittorie. Mentre Sissoko, invece, è
rimasto intrappolato nel traffico della competizione africana come i
fiorentini in quello del Ponte alla Vittoria, mentre la partita di oggi
servirà ad evitarci di essere relegati in una foto di gruppo, come il
Bobolino è ormai relegato triste a sfondo per le foto dei matrimoni
cinesi. Romulo sembra in vantaggio su Migliaccio e Tomovic su Roncaglia,
intanto anche Larrondo sente il profumo di un esordio casalingo che
coincide con il ritorno familiare della schiacciata alla fiorentina
nelle vetrine delle pasticcerie. Zeman lascia Roma dopo aver perso
l’ultima Freccia giallorossa della sua carriera mentre Montella deve
rimettere la sua sull’alta velocità del girone d’andata, oggi mi aspetto
anche un po’ di rabbia e di cattiveria tra le geometrie della manovra,
tra le righe della partita, proprio come penne rigate per trattenere il
più possibile il condimento delle vittoria mentre il Parma ci lascerà
le penne. E’ talmente meritato il ritorno ai tre punti, ovvio come la
bellezza di Firenze, bagnato come la pioggia intrecciata sulla pietra
serena, che anche il Biancone dovrebbe provare qualche emozione
lasciando la rigidità del marmo almeno per il tempo necessario a
ritrovare la vittoria Viola. Sembra davvero che non ci possa essere
un’altro risultato oggi, sembra naturale come la direzione dell’Arno verso il
mare da sempre, mentre in San Frediano c’è l’unica Porta che pur senza
Viviano o Neto lascia passare il vero sapore di Firenze. E se il
Biancone passasse parola, anche le statue oggi si gireranno a guardare la nostra
bellezza.