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domenica 3 febbraio 2013

Emozioni di marmo

Neanche fosse un Re Magio ma uno che si chiama Donadoni va sfruttato in tempi di carestia perché potrebbe regalarci davvero la prima soddisfazione del duemilatrdici, la febbre intanto è salita fino a febbraio, si è chiusa la finestra di mercato e speriamo anche il problema della porta. Si, e mentre il lampredotto ci scandisce la settimana adesso quello che ci manca è il sapore dolce della vittoria, dolce proprio come il prosciutto di Parma. E una volta esaurita la vena della sfiga, che il Re Magio ci porti anche un po’ di culatello. Lo accompagneremo ad un ritrovato bicchiere mezzo pieno, quel vino che fa buon sangue ma anche classifica, e nella botte piccola si sa c’è la notizia buona del rientro del piccolo Pizarro. E visto che non mangia culatello e neanche la coppa d’Africa, torna a disposizione anche El Ham che viene dato in grande forma, e forse proprio come una grande forma di parmigiano potrebbe essere grattugiato sulla partita togliendo a Toni il sapore troppo asciutto di una squadra all’asciutto di vittorie. Mentre Sissoko, invece, è rimasto intrappolato nel traffico della competizione africana come i fiorentini in quello del Ponte alla Vittoria, mentre la partita di oggi servirà ad evitarci di essere relegati in una foto di gruppo, come il Bobolino è ormai relegato triste a sfondo per le foto dei matrimoni cinesi. Romulo sembra in vantaggio su Migliaccio e Tomovic su Roncaglia, intanto anche Larrondo sente il profumo di un esordio casalingo che coincide con il ritorno familiare della schiacciata alla fiorentina nelle vetrine delle pasticcerie. Zeman lascia Roma dopo aver perso l’ultima Freccia giallorossa della sua carriera mentre Montella deve rimettere la sua sull’alta velocità del girone d’andata, oggi mi aspetto anche un po’ di rabbia  e di cattiveria tra le geometrie della manovra, tra le righe della partita, proprio come penne rigate per trattenere il più possibile il condimento delle vittoria mentre il Parma ci lascerà le penne. E’ talmente meritato il ritorno ai tre punti, ovvio come la bellezza di Firenze, bagnato come la pioggia intrecciata sulla pietra serena, che anche il Biancone dovrebbe provare qualche emozione lasciando la rigidità del marmo almeno per il tempo necessario a ritrovare la vittoria Viola. Sembra davvero che non ci possa essere un’altro risultato oggi, sembra naturale come la direzione dell’Arno verso il mare da sempre, mentre in San Frediano c’è l’unica Porta che pur senza Viviano o Neto lascia passare il vero sapore di Firenze. E se il Biancone passasse parola, anche le statue oggi si gireranno a guardare la nostra bellezza.