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mercoledì 13 febbraio 2013

E' più prezioso il rame o il ramato?

Qualcuno ha pensato a un duemilatredici con focolai di peste bubbonica sparata sulla Fiorentina al ritmo dei Subsonica, rimbalzi irregolari di Eupalla, e sbalzi d’umore che hanno aperto una falla sulle nostre certezze, sobbalzi di una difesa dapprima protesa con Roncaglia verso il ricordo di Passarella, poi diventata una passerella traballante protesa verso l’inferno di una difesa senza  più nessuna pretesa. Altri invece hanno pensato ad una piccola peste che ha ucciso il sogno dopo essersi accorta che non esiste Babbo Natale ma solo Mamma Ebe, e che dentro al pacco di un girone d’andata preso di tacco non c’era il Barcellona ma un pacco, un mattone duro da digerire come un mattone dentro a un videoregistratore fuori dall’Autogrill, l’entusiasmo sostituito con gli sbadigli e il lampredotto con un Camogli. Ma per fortuna c’è ancora chi ci crede al sogno e ha dotato la propria fede di giubbotto antiproiettile, perché è vero che dentro al pacco non ha trovato il Barcellona ma neanche il Gravellona Toce, un tifoso che a differenza del Papa non scende dalla croce, che perde a Torino ma che canta la propria passione con tutta la voce. E dopo l’odio per la Riviera delle Palme, l’antidellavallismo portato avanti con l’esercito dal punteruolo rosso, è ora di disinfestare questo duemilatredici, e così su certe depressioni parassitarie dare un po’ di ramato come sulla vigna, usando equilibrio e serenità, senza sorseggiare l’Amaro del Capo ma usandolo il capo, perché non servono inchieste del Procuratore Capo Pier Luigi Vigna, anche se uomo d’esperienza che era all’antimafia quando io ero ancora in via Maffia alle elementari, perché la vigna che intendo è quella che da frutti, insomma, grappoli di gol e punti, e non pentiti che invece del raspo gli è rimasto in mano solo il Daspo. Non c’è da buttar giù nessun rospo. Anche la luna del resto ha le sue fasi, siamo passati da quella piena alla quale ululavamo tutta la nostra passione, all’eclissi che ci ha fatto sprofondare nella notte fonda e buia dei risultati, un’insonnia dove restano sveglie anche le frustrazioni e dove il malumore si posa sulla Fiorentina come la brina della mattina. Tutto normale, come anche il ritorno a un rendimento che la squadra saprà ritrovare presto, troppo bravi sono lo staff e il gruppo per lasciare gli scontenti cronici nei propri disagi cranici, perché se è vero che erano stati sedati con i risultati, che erano state le vittorie a tenere sotto controllo i valori della pontellizzazione nel sangue, basterà integrare la dieta con un trionfo che sostituisca un tonfo troppo più duro da digerire, c’è un verbo che sintetizza alla grande il concetto di battere l’Inter alla grande, che per l’appunto è proprio integrare. Il blog sempre attento e sensibile alle vicessitudini della squadra e della piazza, visto il momento, e soprattutto vista la disinfestazione in atto, vuole integrare il ramato da spargere sulla vigna, fornendo tra i filari della Fiesole anche il prototipo del tifoso ramato.