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lunedì 11 febbraio 2013

Il profumo del mastice selvatico

Sarà una settimana che richiede un’anima in 3D, di quelle non proprio da incorniciare e neanche speciali, ma da inforcare occhiali speciali per vedere oltre alla squadra piatta di una disgraziata partita in bianconero, per rispondere il più serenamente possibile ad una prestazione senza seno e senno. Si, ci vuole un tifoso sano che non perda il sonno e che professi la propria fede con il piglio del castoro. In maniera costruttiva, insomma, per accompagnare la squadra verso un’altra partita non proprio facile, che sia affrontata questa volta con un atteggiamento meno gracile. Per fare diga davanti a un catastrofismo emotivo sviluppato tra la rabbia e la delusione dell’ultim’ora, perché quello che di buono è riuscito a fare la squadra nel girone di andata rimane comunque scolpito nella speranza di veder crescere proprio quell’idea di calcio che tanto è piaciuta, cominciando con gli innesti immediati di Sissoko, poi di Pepito e poi di quelli che dovranno essere gli interpreti mirati come da scenografia dei programmi. Magari ritrovando anche un po’ di quella umiltà dispersa dentro a certi elogi che oggi sono diventati anemici commenti mogi. La squadra del resto è già un miracolo, un mosaico cioè dall’assemblaggio di fortuna, come l’atterraggio nel grande calcio di un allenatore con poche ore di volo come Montella. Tutto è in divenire, perché la squadra ha ancora il profumo del mastice selvatico della fabbrica dei sogni marchigiana, e deve diventare scarpa proprio per mettere in piedi quei sogni, anche dopo scioperi a singhiozzo delle maestranze come sabato, e chi il sogno lo sta costruendo deve avere modo di capire dove c’è più bisogno d’intervenire. La squadra è forte e visto che l’Europa League non potrà sfuggirci nemmeno volendo, potremo cominciare intanto a fare qualche cambio per far tirare il fiato a chi ha tirato troppo la carretta, e così anche per valutare chi non ha avuto ancora modo di far vedere quanto vale come El Hamdaoui. Far rifiatare per rifiutare il rigetto di una passione appena ritrovata, no al retaggio dell’antidellavallismo mentre portiamo a termine il rodaggio di questo nuovo motore che tra non molto diventerà anche da vero amatore. E mentre la giornata di campionato si spegne dietro a una sfilza di pareggi, notiamo che a Delio Rossi prima o poi scoppierà la milza, sempre più spesso nei paraggi di una rissa, Osvaldo che prima ruba il rigore a Totti, e poi, pentito, pensa di regalarlo a un Romero che non è sicurissimo che sia anche un romanista. Roma quindi allo sbando grazie ad una Samp che invece monta le ciccingomme da neve di Delio, giallorossi e Viola che sono le squadre uscite peggio da questa tornata di campionato, ma mentre il progetto tattico dei capitolini sembra ormai già capitolato, il nostro è solo da svezzare. Dobbiamo ancora crescere prima di diventare grandi, è vero, però siamo una squadra che promette bene, basta sapere che prima di poter guidare il sogno capiterà ancora che ci fumeranno le palle.