presidio Diladdarno Slow Tifood, lampredotto e Fiorentina
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domenica 24 febbraio 2013
Quel pomeriggio di un giorno da cani
Una
regia nevosa più che illuminata come quella di Lumet, che pur
chiamandosi Sidney non era affatto australiano ma di Philadelfphia,
quello che purtroppo succede anche al povero Romulo che è nato in
Brasile ma che alla fine ha lo stesso sapore calcistico di uno di quei
troiai spalmabili tipo il Philadelphia. E proprio grazie a quella regia
nevosa il pomeriggio ci presenterà la ciotola vuota, senza emozioni e
con l’osso di una passione all’osso sotterrata nel giardino del cane del
vicino che invece mangia e scodinzola la sua bandiera. Quel pomeriggio
di un giorno da cani, spiazzato come dopo un rigore piazzato in mezzo al
rigore dell’inverno, praticamente un inferno, un pomeriggio passato ad
ascoltare i mugolii di piacere che provengono dalla stanza accanto, e
noi invece con lo sguardo perso come l’ultimo cellulare, con la speranza
almeno che quei mugolii non siano per il godere di una vittoria ma
quelli di una partita della Sharapova che geme come su un set porno.
Forse dovremo dare retta ad Antoine e farsi un irlandese invecchiato,
sorseggiato lentamente mentre fuori piove, mentre insomma piove sul
bagnato, scacciando da quel maledetto pomeriggio da cani anche
l’ambiguità di un irlandese che è solo imbottigliato e non incaprettato,
un whisky torbato che non sguazzi nel pensiero più torbido ma in quello
di una Sharapova che geme dallo sforzo. Forse insieme al confortante
whisky di Antoine dovremo dare retta anche a Vitalogy e così sfilare
dalla libreria la sua Bibbia per rileggere la storia recente della
Fiorentina, una bella ripassatina sempre utile in mancanza di una
ripassatina più mugolante, aspetttando così che stasera nel derby di
Milano “passatina” ci mostri di essere per il Milan almeno determinante
come lo è stato per noi quando ha deciso di non rinnovare, lasciando
finalmente il nostro centrocampo in balia di centrocampisti veri e non
di quelli che hanno bisogno della balia. Con il muso appoggiato in
terra e gli occhi tristi come quelli di Stramaccioni dopo che Montella
gliene aveva cantate quattro, aspettiamo che ritorni il campionato,
quello che per noi sarà il vero martedì grasso anche se al freddo delle
venti oltre a quello dei venti gelati di certe decisioni partorite da
menti ibernate dentro a quella che all’apparenza sembra neve ma che in
realtà è forofora. Torno dentro la cuccia di questo pomeriggio di un
giorno da cani, che guardando alle altre con un occhio non certo
benevolo potrebbe diventare anche da gufi.