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martedì 19 febbraio 2013

Il Ro-Mario do Rinascimiento

Mario Ciuffi si spegne dopo una vita da tedoforo Viola, e prima di farlo ha voluto lasciare la sua fiamma a Ljajic che fino a quel momento aveva mostrato invece solo la sua flemma olimpica. E così come d’incanto Adem si è acceso, quella di Mario sarà l’ultima traccia di una passione che ritroveremo poi scolpita nei marmi verdi, dipinta negli affreschi, appesa agli Uffizi, quella fiorentintà che scorre tutti i giorni insieme all’Arno, l’ultimo gesto di un’intera esistenza legata a doppio filo con la Fiorentina, un po’ come la salsa verde al lampredotto. E tutti allora l’hanno voluto omaggiare sul campo con grandi giocate, gol e colpi di tacco da fare invidia anche a Corvino che è si uomo di panza ma geograficamente soprattutto di tacco. Il Ciuffi si è spento passando il suo “fuoco” alla squadra e accendendo  così lo stadio con una partita fantastica. Un pallet della passione che ha prodotto tante pallet gol. E con Marione si spegne anche Stramaccioni, tradito dal suo portaborse, che come il maggiordomo del dimissionario capo di Prandelli, passa documentazione fotografica scottante alla curva Fiesole. E’ per questo motivo che parte il coro “il pallone è quello giallo” dopo che il nostro informatore aveva mostrato come lo Strama si fosse attrezzato per individuare in qualche modo dove fosse realmente il pallone nascosto sapientemente dentro ad una fitta rete di passaggi. Una geometrica fitta rete degenerata poi in una violenta emicrania. Dopo aver visto le foto rubate al suo segreto, lo Strama ha dovuto confessare suo malgrado di avere assunto un porta obiettivi invece di un più classico porta mazze, visto che invece del golf incassa caterve di gol che poi sono veri e propri cappotti altro che golf. E già che c’era ci ha voluto regalare anche una curiosità, dopo la chicca antiberlusconiana dell’acccusa all’arbitro invece che alla magistratura, un arbitro vegano che si mangia un cartellino giallo di mais invece del solito bambino, reo secondo il vincitore della pacchina d’oro, oltretutto di non aver fischiato la fine dopo solo cinque minuti. Dicevamo della curiosità che ha poi voluto raccontarci mentre si preparava i 4 salti in padella rimediati al Franchi, ci ha svelato che gli obiettivi per individuare il pallone giallo li aveva comprati su ebay proprio da un tifoso Viola che a sua volta li aveva usati invano fino a degenerare nella macrofotografia a forza di zoommare sulla pontellizzazione. E mentre Stramaccioni inquadrava un centrocampo di prim’ordine formato da Borja Valero, Pizarro e Aquilani, talmente grande che ha dovuto montare addirittura il grandangolo, è continuata ad essere una giornata improntata sulle confidenze, fino in fondo, con Marione che si è saputo dopo, essersene andato quando aveva capito che non sarebbe mai arrivato a mettere la sciarpa al collo di un Sissoko alto come il Biancone pur essendo nerissimo, e anche Elio ha concesso una foto alla solita intraprendente Bice, che incuriosita dalla canzone mononota inno della partita mononota  ha voluto conoscere qualcosa di più, cosa l’avesse ispirata, e così Elio ci ha spiegato che era stato un omaggio alla partita monoteista, a quella manifestazione cioè che sostiene un calcio da Dio. Poi la Bice ha chiesto al grande Elio a chi fosse riferito invece il travestimento che lo ingrassava così vistosamente, e vista anche la sua confessata fede nerazzurra ci ha svelato che era stato un omaggio a Cassano.