.

.

venerdì 13 febbraio 2015

Turnover

Il tema di stretta attualità è il turnover, compressi come siamo nella morsa degli impegni ravvicinati, tra le serate del Festival, la partita col Sassuolo e quella di coppa. In un momento dove c’è uno stop alle polemiche e uno stop al televoto, sarebbe auspicabile gestire al meglio le risorse della rosa per prolungare il più possibile questo trend positivo, migliorare classifica e regalare serenità all’ambiente. La tanto auspicata continuità. Un po’ Conti con lo slogan “Il Festival continua” e un po’ Isis che annuncia un altro ostaggio. Continuità e antipatia, quella sana che si è portato in dote Diamanti dalla Cina, fastidioso come le zanzare cresciute a sangue dei dipendenti di Equitalia. Perché essere troppo “bellini” non incute timore nell’avversario, non a caso Carlo Conti che è maniaco dei particolari, molto spesso fa inquadrare Massimo Giletti, usandolo a scopo intimidatorio. Giletti come Nainggolan. Nella gestione del turnover bisogna ammetterlo ci vuole proprio del coraggio, perché l’allenatore sarà sempre soggetto ad esporsi alle critiche, sia nel caso di sconfitta dopo averci attinto in maniera importante, sia in caso di vittoria non avendolo utilizzato per niente. Gli saranno addebitate colpe alla flessione successiva. Io sostengo che per fare del sano turnover oggi, ci vuole più coraggio che soffriggere con le finestre chiuse. Perché poi bisogna vedere la qualità della rosa. Non si può soffriggere con l’acqua o in una stanza senza finestre. Capire le scelte di un allenatore che attinge all’uso massiccio del turnover non è cosa per tutti, specie per chi non è dentro alle segrete stanze, a Firenze poi gli allenamenti sono addirittura a porte chiuse. Difficile da capire come quelli che hanno freddo e si ostinano a camminare con il giubbotto aperto. Difficile da capire come l’uso massiccio da parte delle televisioni di bordocampisti intenti a decifrare le indicazioni delle panchine, quando ci sono i tecnici moderni che gesticolano così forte che pare di sentirli gridare. Non dovrebbe fare turnover invece Schettino, sperando che se la sconti tutta la condanna a 16 anni. Pochi o tanti che siano. Un bordocampista del Tribunale ha spiegato, interpretando la condanna, che il Giudice ha voluto esprimere il proprio rammarico indicando l’età nella quale si poteva ancora agire sul Schettino, a 16 anni insomma poteva ancora essere rinchiuso in un riformatorio di montagna, lontano dal mare, e forse oggi sarebbe stato accusato di violenza sessuale sulle pecore. Ci saranno sempre delle divisioni in città, pareri discordanti sia sulla condanna di Schettino che sull’eventuale uso massiccio del turnover, sulla borsa falsa del Colonnello che per non fare figure di merda con la ex moglie continua a sostenere di averla comprata regolarmente in negozio, fino al reale gradimento da parte del pubblico fiorentino a proposito delle kermesse musicale. In San Frediano siamo per un turnover a lento rilascio, e siamo anche convinti che quello di quest’anno è un Festival talmente disastroso che il conto dei voti lo tiene la Protezione Civile. Questa volta la gag del disoccupato che si vuole buttare di sotto ha coinvolto direttamente in prima persona il povero Pippo Baudo. Chi lasciare a casa allora? Quali giocatori far riposare? Forse Marco Masini e Borja Valero? Anna Tatangelo oppure Joaquin? Biagio Antonacci oppure Gomez? Il Tata o Raf? Dimenticavo Charlize Therone da lasciare sicuramente a casa. Mia. Raiola invece a CasaPound.