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lunedì 2 febbraio 2015

Giocate il 2 a Roma. Il 2 febbraio è sicura la Candelora



Chi siamo e da dove veniamo è la domanda che sorge spontanea dopo aver digerito il punto di Genova che ha fatto peggio di un fungo allucinogeno. Fungo o punto che Inter, Lazio e Sampdoria avrebbero ingerito volentieri. Mentre le immagini di Marassi si sfuocavano e ci sentivamo a tratti un po’ galacticos, blancos, merengues, poi blues e citizen. Preso atto che nel girone di andata la coppia di attaccanti titolari ha messo a segno 1 gol, mentre Borja e Aquilani giocavano con il periscopio al di sotto dei loro standard di rendimento, e preso atto che davanti a noi partivano Juve, Roma e Napoli, sarebbe bene ricordarci chi siamo e da dove veniamo. Le nostre radici affondano sotto la collina di Fiesole, e penso che veniamo da due quarti posti con lo stesso allenatore che oggi vorremmo cambiare una volta con Pioli, una con Iachini, una con Di Francesco, una con Reja, una con Ventura, forse anche con Stramaccioni e Mazzarri, insomma basta che respirino, forse solo Mancini ci fa più schifo. Lo vorremmo cambiare ancora di più dopo quel pareggio scandaloso di Genova, e dopo che la Fiorentina nelle ultime 10 giornate ha fatto meno punti solo della Juve di Allegri, e meglio quindi anche dei vari Pioli, Iachini ecc ecc, compreso mister X Garcia e Rocco Buttiglione Benitez. Certo, con questi allenatori la Fiorentina avrebbe potuto far meglio dei due quarti posti, magari vincere la finale di Coppa Italia e arrivare in fondo alla Europa League. Ma ricordiamocelo che noi siamo Firenze e non Sassuolo, Torino granata, Palermo, Udine e che solo con la grande  esperienza di Ventura e Reja sarebbe possibile cambiare il DNA a Kurtic e a Badelj. Le reazioni sanguinarie dopo la partita di Marassi dimostrano un imborghesimento della nostra natura operaia, del gruppo Volswagen appreziamo ormai solo l’Audi perché ci siamo abituati troppo bene in trasferta, e così il punto di Genova è da considerare una tale vergogna, da rinnegare persino la Seat della moglie. E chissà perché ci siamo abituati così bene in trasferta visto che Montella è un incompetente, uno che sbaglia la preparazione e le sostituzioni, uno che guida la Dacia Duster, mi chiedo come sia stato possibile raggiungere i quarti posti con una macchina così rumena. O forse non ci ricordiamo più della nostra storia e dei garage alluvionati. Ieri sera ho guardato furiosamente dentro a tutti i cassetti sperando che il punto di Genova fosse stato un brutto sogno,  non ho trovato maglie blaugrana, amo il Patanegra ma con Madrid e Ancelotti non ho niente a che fare, e infine ho preso atto, piangendo, del mio provincialismo, per farla breve mi sento più vicino a Londa che a Londra. E sono felice così perché mi guardo intorno e vedo quello che c’è, vedo i tifosi interisti che dopo i giorni della merla targati Mazzarri hanno conosciuto quelli della sberla targati Mancini. Leggo che bastava mettere due punte, oppure che sarebbe stato più opportuno inserire Maradona invece di Cruijff, e con tutta la fiducia che posso riporre in chi ha così tanta autostima, tendo di più a credere ai numeri, alle cose certe, quelle che possono essere verificate con le classifiche, domani c’è una partita importante all’Olimpico e non voglio suggerire nessuna formazione vincente, per una volta Montella vinca di testa sua in trasferta, preferisco suggerire di segnarsi questa data, a prescindere da chi giocherà, dai cambi e dal risultato finale, il 2 di febbraio è la notte della Candelora. Sono sicuro. E poi per chi non ama troppo i pareggi in trasferta, la domenica è un giorno che può essere sfruttato meglio per regalarsi qualche piacevole ora. Andiamo di più al ristorante.

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