Spero tanto che non diano troppo fastidio certe assonanze, perché è vero che il nuovo Presidente della Repubblica fa rima con Montella ed è interista come i Della Valle, ma a differenza del nostro, ha avuto uno scontro con Rocco Buttiglione nel ‘94 opponendosi alla candidatura alla segretaria del partito, e non con Ciccio Rialti. Poi sono un po’ preoccupato per tutti quei tifosi che hanno sempre scritto Quadrado, Cuadrato, Quadrato, Cuardado, Guadrato, e con la sua cessione rimarranno con il rammarico di non avere mai scritto almeno una volta il suo nome in maniera corretta. A Genova intanto ci siamo sciroppati una Fiorentina brutta come Rocco Buttiglione, e la nostra mancata vittoria ricorda un po’ la sua mancata nomina a Commissario europeo nel 2004. Poi mancava Savic è si è visto là dietro, con Tomovic seviziato da un desaparacido del calcio, mancava Pizarro e si è visto là in mezzo, e poi c’è mancato poco che perdessimo e poi anche che vincessimo negli ultimi e più avvincenti 30 secondi della partita. Prima delle bollicine finali, una Fiorentina in affanno dietro, a centrocampo e in attacco, e dal grigiore si salva Tata che ancora una volta porta a casa punti salvando il 2 a 0 di Cucka che avrebbe chiuso i giochi. Prodigioso il suo intervento con la palla che si abbassa proprio per superarlo. Si salva Diamanti e poi il Gila in un finale che lo vede quasi protagonista della zampata vincente. Male Badelj lento come lo scorrere del libro “I cattolici e la crisi della società italiana di Rocco Buttiglione, edizione Rizzoli prima che si facesse male al polpaccio, male Babacar che non è riuscito mai a far salire la squadra, in netto calo anche Mati Fernandez e Borja Valero. Il punto guadagnato è la vera nota positiva della giornata, immagino quindi come siano contenti i tifosi della Roma che sono al sesto pareggio nelle ultime otto partite, non vincono da novembre in casa pur non avendo Montella in panchina. Mi si dirà mal comune mezzo gaudio, e subito mi viene in mente che Rocco Buttiglione è stato anche consigliere comunale appunto, a Torino però e non a Roma. So che in molti rimpiangono i tempi di un calcio italiano più nostro, più difensivo, più sparagnino di quello spagnoleggiante e ricco di personalità montelliana, non ho il coraggio di pensare che qualcuno di voi esca da questa partita con il desiderio di una Fiorentina allenata da un allenatore della vecchia scuola, tipo Nereo Rocco Buttiglione. E così ritrovarsi domani alla presentazione di Patrizio o di Claudio Salah.