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domenica 15 febbraio 2015

Da gustarsi in piedi come lo zucchero filato

Una vittoria a tre tocchi e in porta. Squadra lucida e senza sbavature almeno fino a quando i gol non si sono magicamente allineati al numero dei tocchi. E del gol di Berardi chi se ne importa. Così come se Neto non è più in porta. Quando il numero e la partita è quella perfetta. A Sassuolo (Reggio Emilia) la Fiorentina regala un soggiorno nel paese dei balocchi a suoi tifosi. Tutto incluso. Anche la cena di San Valentino dove c’è chi si è potuto innamorare definitivamente del gioco della squadra, chi della sua duttilità, del cambio di modulo, del turnover. Di Babacar. Tante luci ed emozioni come ad un luna park, o come in una Salah giochi dove le luci e gli scambi stretti ricordano tanto la manovra felice del flipper. Dove in tilt c’è andato solo il bel Sassuolo di Di Francesco. Un primo tempo da gustarsi in piedi come lo zucchero filato. Forse la Cuadratura del cerchio. Una partita che ci consegna una Fiorentina più ricca di variabili tattiche, più matura, più in forma. Lo stesso giorno della frana partenopea a Palermo. Domenica il Napoli dovrà affrontare l’Inter mentre noi il Torino. Di fatto si riapre anche la corsa per il terzo posto. La partita oltre a migliorare la classifica ci lascia sul tavolo il collaudo del mercato di gennaio, neanche fosse quello della caldaia che ci riscalda i cuori, cancellando il freddo che c’era entrato dentro dopo le razzie del Chelsea. Lasciando sul tappeto verde del Mapei Stadium il certificato di sano e robusto rafforzamento. Salah è giocatore di classe, imprevedibile, dal sinistro delizioso e allo stesso tempo affilato, giocatore che accende. Diamanti conferma ancora la bontà dell’operazione in entrata, mentre Gilardino aumenta le possibilità di scelta in attacco. In tutto questo ben di Dio deflagrano rumorose tutte le potenzialità di Babacar. Se ci mettiamo anche un certo Gomez e i rientri di Rossi e Bernardeschi diventa un reparto offensivo molto ricco, vario, pieno di qualità, che cancella il cerchio alla testa che a molti era venuto dopo la cessione di Cuadrado. Nelle ultime 12 giornate il ritmo è quello da scudetto, mentre l’ennesima vittoria in trasferta vede Tatarusanu splendidamente tutto vestito di Viola, come non ho ricordi. Tutto molto bello quindi se non fosse per Sanremo, per il desolante stadio vuoto di Palermo dentro al quale la squadra di casa avrebbe meritato ben altro entusiasmo. Se non fosse per la situazione drammatica del Parma. Se non fosse soprattutto per le parole di Lotito. Non basta la proposta di uno scambio con i due marò avanzata dalla curva laziale, perché il governo indiano non è fesso. Lo stadio vuoto di Palermo fa male come le parole del cravattaro. Lo spettacolo offerto da Fiorentina e Palermo devono essere l’antidoto a questo tipo di veleno, così come oggi dovranno fare anche gli altri, contro Lotito,Tavecchio e il calcio servo dei diritti tv. Per non chiudere però con parole così amare, visto il risultato della Fiorentina che è piacevolmente coinciso con San Valentino, l’ultimo pensiero vuole essere una sorta di passaggio di testimone con le giovani generazioni di tifosi che lo dovranno affrontare con meno disincanto di me, con la giusta passione. Onorandolo. Ieri ho regalato a Tommaso tutta la mia saggezza maturata tra i vicoli stretti di una San Frediano quando ancora non c’era l’obbligo della paletta per raccattare la merda dei cani dai marciapiedi. Gli ho consigliato a San Valentino di giocarsi sempre la carta della tenerezza. Per avere lo sconto con le puttane.