Ci vuole un grande Fiorentina per uscire imbattuti da là, dove il ritmo è insopportabile come il free jazz punk inglese. Imbattuti, ma anche Battiati nella prima mezzora. La dove il passo è cosi diverso che da noi chi fa più moto ormai sono solo i pensionati fermi a guardare i cantieri della tramvia. La Fiorentina non solo esce imbattuta, ma alla distanza lascia persino la sensazione di poter fare sua la partita dopo aver portato l’avversario a più miti consigli. Bella squadra, la nostra. Personalità e qualità, capace di soffrire dopo aver preso gol rischiando l’imbarcata, capace di reagire rischiando di vincere. Il pareggio alla fine è però il risultato più giusto. La Fiorentina esce dal confronto con il calcio inglese pagando dazio solo nei primi trenta minuti, poi ci regala emozioni. Bello il secondo tempo quando cala il ritmo, quando ancora una volta la squadra mostra la sua duttilità tattica, passa a quattro dietro, tiene botta e poi riporta dentro lo stalla un Tottenham quasi domato. Onore a Montella e a tutti i giocatori, ieri orgoglio almeno di San Frediano. Forse con Pioli, Stramaccioni, Gasperini, Iachini e Di Francesco, la squadra avrebbe vinto, ma loro si sa, allenano il Chelsea, il Real, Il PSG, e noi siamo Firenze. Non Udine o Palermo. All’uscita da questa partita la sensazione è che nel prossimo mercato basterà comprare poco. Comprare bene, ma non c’è bisogno di molto. E i soldi ci sono. La Fiorentina di Montella, imbattuta in Europa, mostra un gran portiere, sempre più padrone della sua area, capace partita dopo partita di regalare sempre più sicurezza. Non parlo dei singoli escluso Tata solo perché lui è subentrato in corsa, in una situazione che non era affatto facile, ed è stato bravo dimostrando che la Fiorentina ci aveva visto giusto. Non mi chiedo come mai non giocasse anche prima perché altrimenti mi dovrei fare anche altre domande, tipo come mai in carcere non forniscono il sapone liquido invece delle saponette. Sono dubbi che mi tengo. Domande che difficilmente troveranno risposta. Per fortuna dopo Schettineto, la coperta non si è rivelata troppo corta, e Montella non è certo come l’inventore del plaid che non aveva i piedi. Intanto sto andando a Tortona e voglio portarmi dietro tutte le belle sensazioni che mi ha lasciato questa partita, per riviverle chilometro dopo chilometro. Mi dispiace di non poter partecipare alla discussione, so che non farete il casino dei tifosi olandesi, che non romperete la fontana di piazza Santo Spirito. Vi lascio le chiavi dentro all’armadietto dove ci sono i guantoni impolverati di Neto. L’ultima considerazione la faccio sul confronto impietoso tra il calcio italiano e quello inglese, di come negli anni siano cambiati i rapporti di forza, dove anche la nostra squadra più forte non regge più il confronto con la velocità e la ricchezza di quel calcio. Dove Sanremo da noi esprime invece la musica finto rock e la new wave italiana, con rari sprazzi come quelli di Babacar che esprime la nera africana. Per spiegare meglio come vivo questo nostro declino, paragono questa nostra discesa agli inferi del ranking europeo ripensando alla San Frediano che fu e a quella che invece vedo oggi pedonalizzata. Quand'ero piccolo con mille lire tornavo dal negozio pieno di patatine, barrette kinder, gelati, nutella, e molta, molta altra roba ancora. Ora invece ci sono i supermercati pieni di telecamere.